Titolo: Harvey
Autore: Emma Cline
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero big
Pagine: 92
Prezzo: € 12,00
Uscita: 3 novembre 2020
Traduzione: Giovanna Granato
Recensione
Emma Cline, dopo il grande successo del libro “Le ragazze”, torna in libreria col suo ultimo lavoro “Harvey”. Un romanzo molto breve, ma scritto assai bene. Infatti lo stile narrativo della scrittrice è, a mio avviso, molto scorrevole ed in grado, non solo di catturare l’attenzione, ma anche di incuriosire con la storia e trattenere il lettore fino alla fine.
“Quello che mi interessa sono i momenti di umanità, banalità, noia delle figure oscure del nostro mondo. Il mio Harvey, ad esempio, è meschino nel mondo in cui tutti noi siamo meschini”
Il personaggio da lei raccontato è sicuramente, a volte, sopra le righe e può provocare in noi o simpatia, o antipatia. Infatti non credo che, nel suo caso, ci sia una via di mezzo.
A volte la narrazione si movimenta con un ritmo veloce, altre risulta per, i mie gusti, leggermente troppo tranquilla.
All’interno del romanzo non c’è la classica divisione in capitoli, ma è tutto un flusso continuo che si alterna tra descrizioni di fatti e personaggi, con dialoghi di vario genere.
Un avvenimento ironico è che Harvey scambia il vicino di per lo scrittore Don De Lillo e l’autrice gioca molto su questo fatto durante tutto il romanzo. Sicuramente Emma Cline ha una certa dose di originalità, infatti ci stupisce con questa storia molto particolare e non prevedibile, anche se, a mio avviso, non del tutto riuscita. Infatti seppure mi ha intrattenuto, ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa. Forse, come a volte accade, è necessaria una seconda lettura per fermarsi maggiormente su alcuni passaggi e godersi le varie battute.
Inoltre ho avuto la sensazione che Emma Cline coccolasse molto il protagonista, mi sono fatto un’idea le piacesse la figura di Harvey come personaggio del suo libro.
“Harvey” è un libro che mi fa stare a mezza strada circa la decisione se consigliarvelo o no, non mi ha trasmesso particolari emozioni seppure si divora tutto d’un fiato. quindi se volete un libro breve da leggere, come diversivo e con una storia non banale, allora fa per voi.
Concludo con l’incipit:
“I sogni erano più o meno interrotti. Si ritrovò sveglio, immobile, a battere le palpebre nella stanza buia. Le quattro del mattino. Rimase un attimo sotto il piumone senza muoversi. Aveva la maglietta incollata alla schiena – sudori notturni: il cuscino fradicio, le lenzuola madide. Rotola sull’altro lato. Allungati sulle lenzuola gelide. Tieni gli occhi chiusi. Appena aperti gli occhi, appena approdato saldamente alla terra dei vivi, avrebbe trovato i grattacapi di ordine pratico ad aspettarlo, un portapillole già pronto con i farmaci del mattino, affiancato da una bottiglia d’acqua Fiji a temperatura ambiente”.
Trama
Quando Harvey apre gli occhi sono le quattro del mattino. Solo, immobile, nella camera da letto di una casa in Connecticut, inizia a fissare il soffitto. Mancano ventiquattro ore al verdetto che potrebbe togliergli tutto. Ma l’Harvey Weinstein di Emma Cline non è il predatore feroce e minaccioso sbattuto sulle prime pagine dei giornali, bensí un uomo annoiato, impaurito, goffo, che scambia il vicino per il famoso scrittore Don DeLillo e si infastidisce per l’arrivo di figlia e nipote, alla cui visita avrebbe preferito un pomeriggio di serie tv. Con una voce narrante che segue Harvey in ogni momento, Cline irrompe nella cronaca, reinventa alcuni episodi e allude ad altri. Riuscendo, con maestria e formidabile finezza psicologica, a trasformare un celebre caso giudiziario in un racconto universale e senza tempo.