Titolo: Eredità
Autore: Vigdis Hjorth
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pagine: 373
Prezzo: € 18.50
Uscita: 21 maggio 2020
Recensione
“Eredità” di Vigdis Hjorth è un libro che mi ha attirato subito, sia dalla copertina, ma soprattutto grazie alla trama e ho iniziato a leggerlo con grande entusiasmo. Nelle prime pagine c’è stato il mio colpo di scena personale, cioè mi sono detto…”che noia”, ma giudicare subito è stato, da parte mia, un grande errore.
Infatti, seppure con pochi dialoghi (è narrato in prima persona) e tutto proceda con un ritmo assolutamente parecchio lento, questo libro mi ha letteralmente conquistato e l’ho amato moltissimo. Mi rendo conto che sembra un controsenso, infatti sono il primo ad esserne rimasto stupito, ma vi assicuro che la penna di Vigdis Hjorth è proprio ipnotica e riesce a tenere il lettore letteralmente incollato alle pagine. La sua scrittura è intrigante, affascinante, seppure a volte ripetitiva, ma, forse, sarà, una sua caratteristica, o una tecnica per dare maggior enfasi ad alcune frasi, infatti capita di leggere alcuni passaggi ripetuti nella stessa pagina.
Ma veniamo ai personaggi che fanno parte della famiglia protagonista assoluta del libro.
Essi sono molto vari, ben delineati e ciò ci permette di inquadrarli e di farci un’idea sui loro caratteri e sul loro modo di pensare. Capita spesso di non essere d’accordo con i modi di comportarsi di alcuni di loro perché ci sono momenti in cui sono freddi, distaccati, che dimostrano veramente poco tatto ed una certa dose di cattiveria, inoltre, si respira molta sofferenza. Il clima è burrascoso, teso come una corda di violino e tutto ciò non fa altro che aumentare la nostra voglia di sapere le motivazioni.
Tutto questo, però, nasconde qualcosa. Le saghe familiari, che adoro, hanno al loro interno i vari misteri, i diversi segreti che, lentamente, durante il corso della lettura, vengono a galla e sorprendono il lettore. Anche per quanto riguarda “Eredità” è proprio così. Quindi ecco spiegati i vari attriti che sono presenti tra i componenti di questa famiglia, ma ovviamente non sto a svelarveli per lasciare, pure a voi, come è successo a me, il gusto e la curiosità di scoprire cosa c’è dietro a tutta la storia.
Questo romanzo si infittisce e crea dipendenza, man mano che lo si legge, infatti non sarà facile staccarsene una volta entrati in sintonia con la scrittura dell’autrice ed essersi abituati al suo ritmo.
Vi segnalo anche una curiosità inerente al libro: “Eredità” è stato premiato dai librai norvegesi come miglior libro dell’anno, in vetta alle classifiche di vendita per mesi, osannato dalla critica internazionale e, grazie a questo romanzo, Vigdis Hjorth ha raggiunto la fama mondiale.
Personalmente, dopo un po’ di fatica iniziale, ho amato questo libro, l’ho divorato in due giorni. Ovviamente ha, secondo me, i suoi lati positivi e quelli negativi. Non tutti i personaggi hanno lo stesso spazio, ma capirete, leggendolo, il motivo di questa scelta da parte della scrittrice. “Eredità” è un romanzo introspettivo, proprio come piace a me.
Durante la lettura, sorgono diverse domande, inoltre la curiosità di scoprire i motivi dei loro comportamenti e dei vari attriti è molta, infatti si vuole sapere come avverrà (se ci sarà) la resa dei conti. Circa il finale, invece, ho qualche perplessità e avrei gradito si arrivasse ad esso in modo diverso, ma sono gusti personali.
Qualcosa, secondo me, la si intuisce, infatti non sono rimasto sorpreso quando sono venuto a conoscenza di uno dei vari segreti presenti nella storia, ma in altri casi si resta affascinati dalla vicenda che sa conquistare e legare a sé il lettore. Quindi, se da una parte c’è un po’ di prevedibilità, dall’altra si è comunque soddisfatti per come la storia è narrata, per la dose psicologica presente all’interno del romanzo struggente e doloroso, per come scivola bene tutto il racconto che ci cattura e ci fa staccare dalla vita di tutti i giorni.
Mi rendo conto che, in alcuni casi, ciò che ho scritto sembra un controsenso, come ho già accennato sopra, non mi era mai successo di provare una certa dose di noia iniziale, per poi, invece, non riuscire a staccarmi dalla lettura e restarne letteralmente affascinato, seppure con qualche piccola critica da parte mia. Quindi non posso fare altro che consigliarvi “Eredità”, nonostante tutto, vi piacerà, almeno spero, come l’ho gradito io.
Concludo riportandovi l’incipit:
“Mio padre è venuto a mancare cinque mesi fa, in un momento che potrebbe definirsi più o meno opportuno a seconda dei punti di vista. Personalmente ritengo che non avrebbe avuto nulla in contrario a morire proprio in quell’istante e in maniera tanto improvvisa, avevo pensato addirittura che si fosse procurato da solo la caduta, quando sono venuta a saperlo, prima di conoscere i dettagli. Assomigliava troppo a quello che si legge nei romanzi per poter essere qualcosa di casuale. Le settimane antecedenti al suo decesso mio fratello e le mie sorelle avevano discusso ferocemente sull’anticipo dell’eredità, che riguardava la ripartizioni delle case al mare che la nostra famiglia possedeva a Hvaler”
Trama
Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bård e Bergljot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori.
Se Bård vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitré anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bård e Bergljot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bård e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti.
Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i familiari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile.