Titolo: E fuori vennero i lupi
Autore: Andrea Marzocchi
Editore: Augh! Edizioni
Collana: Frecce
Pagine: 255
Prezzo: € 15,00
Uscita: 30 ottobre 2019
Recensione
Andrea Marzocchi, autore di “E fuori vennero i lupi”, ci propone un romanzo assai particolare e variegato in cui le parole sono, secondo me, le vere protagoniste. Non a caso, infatti, Michele, il protagonista “umano” della storia, si occupa di creare cruciverba e con questa sua capacità alimenta parecchio le pagine.
Oltre a lui incontriamo Marta, la persona con la quale è legato da un grande amore. Almeno così pare. Ad un certo punto, dopo essersi addormentato, l’uomo di ritrova chiuso in uno scantinato e da quel momento si anima tutta la vicenda che è composta da una parte al presente, in cui dialoga con la persona che lo ha rinchiuso e, altri capitoli, in cui si scopre la sua vita passata che, direi, in alcuni casi, parecchio movimentata.
Infatti uno tra i suoi più cari amici è un certo John, un personaggio molto strano e particolare, ve ne accorgerete nel corso della lettura, ed è proprio lui che dona linfa a quei capitoli in cui è protagonista, regalando un ottimo ritmo narrativo, nel bene o nel male…
Ma nei ricordi di Andrea, non è l’unico amico, infatti ci racconta anche di Luca e Willy.
Nel corso della lettura, nel luogo in cui si trova prigioniero, gli viene fornito il cibo e altro, ma senza che lui se ne accorga, fino ad un certo punto in cui riesce a dialogare con la misteriosa persona. Tra un discorso con questa e ulteriori ricordi si procede con il romanzo. Si torna a quando viveva nel suo paesino di Oban, ai suoi genitori con gli avvenimenti a loro collegati, ai suoi nonni e molto altro ancora .Tutto, comunque, è scritto in modo assolutamene parecchio originale, prima di tutto perché l’autore gioca con le parole e, indubbiamente, riesce anche a coinvolgere noi lettori nei suoi ragionamenti. Tutto questo l’ho trovato estremamente affascinante come i seguenti passaggi:
“E tra avere paura di e avere paura per c’è una bella differenza”.
“Buio
Bisbigli
Ululati
Illusioni
Ombre”
Sono soltanto un paio di esempi, ma ne troverete molti che sono estremamente originali. Inoltre, durante la lettura, mi hanno colpito anche altri tipi di passaggi, più poetici e sui quali riflettere.
“I contorni sono talmente definiti che hanno l’impressione di essere un disegno. Petali e stelo. Un fiore, la macchia sulla pareste sembra un fiore”.
Come potete notare è un libro molto diverso ed originale da quelli che siamo abituati a leggere, si contraddistingue e resta nella memoria per l’abile uso delle parole, delle frasi che lo animano, dandoci la possibilità anche di soffermarsi a riflettere. Va letto, a mio avviso, lentamente perché occorre entrare nella storia e non perdere il filo quando si passa dal presente al passato e viceversa, compresi i momenti in cui, invece, Andrea Marzocchi gioca con le parole. Devo ammettere che è parecchio in gamba ed abile a fare ciò. Inoltre ho percepito, magari mi sbaglio, che si sia divertito a scrivere questa storia, come se avesse voluto far giocare anche noi lettori, coinvolgendoci nelle sue riflessioni.
Se devo trovare un difetto, forse, il romanzo è un filo troppo lungo, infatti a mio avviso, in alcuni passaggi si dilunga un pochino troppo.
Concludendo devo comunque ammettere che vale la pena leggerlo perché è talmente originale e psicologico da stuzzicare la nostra curiosità riuscendo anche a metterci in gioco.
Qui sotto vi riporto un passaggio:
“Capita che nelle definizioni si trovino le risposte. I cruciverba che formulo per lavoro si basano su questo. Ma accade anche nella vita di tutti i giorni quando, cercando le parole giuste per spiegare qualcosa ad altri, si mette a fuoco meglio un concetto. Capita, però vuol dire che a volte succede, altre volte, no…”
Trama
Dopo una cena di tensioni e silenzi, Michele Cattabriga si sveglia con la volontà di fare pace con Marta, la donna che ama. Si ritrova però imprigionato nel seminterrato della loro abitazione, senza alcun contatto con l’esterno. Michele, che scrive cruciverba e ha fatto dell’enigmistica un lavoro, non riesce a definire i contorni della misteriosa reclusione.
Quindi fa riaffiorare, ripercorrendoli, i punti salienti del proprio passato: dalla perdita del padre all’adolescenza trascorsa in Scozia, terra d’origine della madre e teatro dei suoi primi esperimenti di “adultità”.
E poi l’incontro con Marta, una storia di alti e bassi, esaltazioni e dolori, costruita attorno al segreto che lei custodisce. Un romanzo che segue e scava nella psicologia del protagonista, alla ricerca di un senso che possa dirimere l’enigma della sua prigionia; un gioco di specchi in cui la realtà sembra emergere solo incrociando il significato delle parole chiave della propria vita.