Titolo: Due secondi di troppo
Autore: Andrea Mauri
Editore: Il seme bianco
Collana: Magnolia
Pagine: 132
Prezzo: € 13,90
Uscita: 20 maggio 2018
Recensione
Ho letto “Due secondi di troppo” tutto di un fiato. Infatti sono stato conquistato dalla vicenda molto struggente ed appassionante che vede come protagonisti un figlio, Antonello e sua mamma Beatrice che è ricoverata in una clinica da diversi anni.
L’autore Andrea Mauri, in un modo delicato, incisivo e molto intenso ci racconta la loro storia, le loro giornate in cui vengono in contatto tra avvicinamenti e scontri, ma pur sempre con immenso affetto ed attaccamento.
Durante i vari avvenimenti entrano in scena anche Silvia, che è la cugina del protagonista, e Gabriele che è il medico della clinica con cui Antonello instaura un ottimo rapporto che va oltre l’amicizia.
Non sono solo le persone che movimentano il romanzo, ma anche i tarocchi essendo Beatrice una veggente e ciò influirà molto durante la storia, nella vita del figlio che percepisce sempre molto la presenza, a volte ingombrante della madre, anche quando lei non è presente vicino a lui.
Devo ammettere che questo libro mi è piaciuto anche per i vari passaggi assolutamente significativi e profondi, si respira dolore, sofferenza, timore, ma anche immenso affetto sotto vari punti di vista.
Si partecipa con attenzione alle loro giornate, ai momenti di felicità quando la situazione sembra andare bene per Beatrice, mentre si soffre con loro quando a volte precipita e torna a stare male.
Interessanti risultano essere gli scambi di idee e le conversazioni tra madre e figlio. Il loro rapporto è davvero molto particolare.
I capitoli sono spesso brevi e stringati, ma arrivano al lettore attirando la sua attenzione e provocandogli vari tipi di emozioni e di sensazioni. La parola chiave, secondo me, di “Due secondi di troppo” è “riconosci” che compare spesso o scritta espressamente, o la si intuisce tra le righe. Ed è proprio questo ciò che, a volte, fa soffrire, il riconoscere che si alterna ai momenti di poca lucidità.
Inoltre anche i “ricordi del mare” sono un punto importante del romanzo e sembrano voler comunicare qualcosa, stimolare il lettore a riflettere e farlo evadere con i pensieri, in un luogo, forse, di maggior benessere e serenità.
I ricordi, che siano piacevoli o no, sono sempre molto importanti per tutti noi, ci danno la possibilità di rivivere momenti della nostra vita, emozioni e sensazioni che a volte ci sfuggono dalla mente e dal cuore, ma che grazie ad essi possiamo tornare a ripercorre godendoci un attimo di estraneità dalla vita di tutti i giorni. Quindi, forse, Beatrice nei suoi istanti in cui evade involontariamente con la mente, si trova a vivere veloci situazioni di benessere, ma ciò non possiamo saperlo.
Ciò di cui, invece, siamo certi, è la difficile situazione che vive il figlio nel vedere la madre in quello stato, la sofferenza di Antonello è a volte molto forte.
Nonostante tutto, però ammetto che si respira ogni tanto anche una certa atmosfera di serenità, di pace, di tranquillità che non so spiegarvi come ciò accada, ma a me è arrivata.
Infine risultano molto importanti le figure di Silvia (in particolare per Beatrice) e di Gabriele (specialmente per Antonello) nella vita dei due protagonisti e nella storia, ma non voglio anticiparvi nulla, ma semplicemente dirvi che sono come pezzi di un puzzle che si compone e che regalano momenti costruttivi ed importanti.
Ovviamente, leggendo il libro, scoprirete anche il motivo del titolo che trovo assolutamente interessante.
Concludo con un passaggio di “Due secondi di troppo”, che non è stato facile scegliere dato che ce ne sono diversi:
“Voglio essere sincero con lei, dottore. La malattia di mia madre mi spiazza. I brevi momenti di lucidità mi mettono al cospetto di una donna apparentemente presente, che mi chiama per nome, che ragiona. E poi di nuovo il buio. Ripiomba nell’annullamento dell’io, negli sguardi vuoti, nei ragionamenti sconnessi da bambina”…
Trama
Beatrice è una veggente. Antonello, suo figlio, l’accudisce da anni in clinica. Lui trascorre le giornate aiutandola a ricordare. Lo fa a modo suo. Si improvvisa attore, organizza scenette, le rammenta le riunioni con le amiche a leggere i tarocchi, gli spettacoli alla tv in bianco e nero, le vacanze insieme, gli amori, le delusioni.
Gabriele, il neurologo, segue questo caso. Si innamora di Antonello, ma è un’attrazione frenata dal suo ruolo di medico. Vede in Antonello una via di fuga. Lui però non lo incoraggia. Antonello si confida con la cugina Silvia. Lei è molto unita a lui e alla zia, che le ha promesso di trasmetterle i poteri da veggente.
In una realtà precaria, come quella della clinica degli smemorati, Antonello decide di svelarsi: vuole mostrare alla madre chi è realmente. Forse non sarebbe necessario: lei è una veggente. Ma suo figlio è convinto che esistano lati nascosti della personalità, irraggiungibili persino a chi è dotato di poteri soprannaturali.
Comments
anna paola maga
un libro che mi prometto di leggere