Titolo: Domani, domani
Autrice: Francesca Giannone
Editore: Nord
Collana: Narrativa Nord
Pagine: 382
Prezzo: € 19,00
Uscita: 18 giugno 2024
Recensione
Dopo il grande successo del libro “La portalettere” (che ho nella mia libreria e che leggerò), Francesca Giannone è tornata in libreria, sempre pubblicata da “Nord”, col suo nuovo lavoro intitolato “Domani, domani”.
Ovviamente le mie aspettative erano alte, sia prima, che dopo aver letto la trama. Quindi ho iniziato a leggerlo con estremo interesse, ma all’inizio sono rimasto un po’ male perché non mi stava prendendo come speravo. Dopo qualche capitolo, però, è successo ciò che speravo: me ne sono innamorato.
La storia, infatti, da lì ha iniziato a catturarmi e l’ho letto con frenesia, passione e curiosità. È stato, quindi, molto gradevole seguire la vicenda di Agnese e di suo fratello Lorenzo, oltre che dei loro familiari e degli altri personaggi che fanno man mano la loro entrata in scena. Ho trovato molto interessanti i caratteri diversi dei due protagonisti e il loro modo opposto di reagire.
La penna di Francesca Giannone scivola meravigliosamente sulle pagine e arriva a noi lettori provocandoci un forte trasporto emotivo e risvegliando la voglia di leggere e di saperne di più.
“Domani, domani” è una saga familiare che conquista anche grazie alla precisione dei dettagli, alle ottime descrizioni dell’autrice e alla storia che si snoda senza far intuire nulla di come si svolgerà e di come procederà.
Il lettore si trova a seguire le gesta di Agnese e di Lorenzo, oltre che della loro famiglia, decidendo, magari, da che parte stare. Infatti, tra le varie domande e curiosità che sorgono durante la lettura c’è: “come avrei reagito se fossi stato al loro posto? Come lei o come lui?”.
Oltre a tutto ciò, ho trovato molto interessanti pure le storie d’amore presenti all’interno del romanzo, più romantica e dolce quella di Agnese e di Giorgio (che è una persona tenera e di cui si apprezzano le azioni e il modo di comportarsi), più intrigante e misteriosa la vicenda amorosa di Lorenzo.
Entrambi i fratelli hanno un carattere assolutamente forte, sono sicuri, e devo ammettere che mi sono piaciuti tutti e due, ognuno per motivi differenti.
La storia trasmette pure positività, voglia di lottare e di non arrendersi davanti all’evidenza o comunque al fatto che la vita, per ora, abbia deciso di voltare loro le spalle. Inoltre, la storia di “Domani, domani” fa arrivare al lettore grande carica e voglia di farcela. Lui ha un sogno e un compito da svolgere e da raggiungere, lei più pacata, piega la testa, ma dentro ha un fuoco che arde e sa come gestire la situazione.
Pur non avendo letto “La portalettere”, ma lo farò, trovo che questo suo secondo romanzo sia davvero gradevole e ricco di sfaccettature che permettono di far provare al lettore diverse emozioni, regalandogli una storia piena di avvenimenti e con qualche colpo di scena, inoltre la sua scrittura così precisa riesce a farci arrivare anche il buon profumo dei saponi.
Ho gradito parecchio il ritmo della narrazione, infatti, a parte le prime pagine, per il resto tutto scorre assolutamente bene e in modo appassionante. Sicuramente consiglio a tutti la lettura di “Domani, domani” scritto in modo affascinante da Francesca Giannone.
Qui sotto vi propongo l’incipit del prologo:
“La prima volta, il telefono squillò a vuoto. «Ma cosa gliel’ho comprato a fare, se non rispondono mai», borbottò Renato, riagganciando. «Dai, c’è gente che aspetta», disse sua moglie Marianna, lanciando uno sguardo alla coda che si era formata nel retro del negozio di alimentari. «E chi se ne importa. Tutti mo’ devono telefonare?» «Ma li vedremo più tardi… Che fretta c’è?» Renato si accigliò, riprese la cornetta in mano e compose di nuovo il numero. «Continuo finché non alzano le chiappe e vengono a rispondere. È ora di pranzo, dove vuoi che siano, se non in casa?» Attese sei squilli, poi finalmente senti: «Pronto?» «Si può sapere perché non rispondevate?» «Papà, stavamo mangiando…» disse Giuseppe. «In fabbrica tutto bene?»…”
Trama
Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi.
Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: «Io resto dov’è casa mia».
È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l’amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani… Sarà per entrambi un domani senza rimpianti?