Titolo: Cosa è mai una firmetta
Autore: Andrea Vitali
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Pagine: 272
Prezzo: € 18,60
Uscita: 4 ottobre 2022
Recensione
Andrea Vitali ci propone il suo nuovo libro intitolato “Cosa è mai una firmetta”, pubblicato da “Garzanti”.
Finalmente è tornato in libreria uno dei miei autori italiani preferiti che, con la sua penna esilarante, riesce a regalarmi dei momenti piacevoli e sereni. Le sue storie sono sempre ricche di ironia e di protagonisti che attirano subito la nostra attenzione. In questo caso anche la copertina è molto gradevole e carina.
Come sempre alcuni suoi personaggi hanno dei nomi particolari, fuori dal comune o di vecchia data, per esempio in questo romanzo troviamo: Bazzi Vinicio, Bazzi Birce, zia Tripolina…
In “Cosa è mai una firmetta”, ci propone una storia di eredità, con protagonisti che sono descritti con le loro particolari caratteristiche, tanto da diventare carismatici ed in grado di lasciare un segno. Anche questo libro ha le carte in regola per una sana e piacevole lettura, ma alcuni passaggi li ho trovati un po’ meno scorrevoli rispetto ad altri e ai precedenti romanzi, specialmente l’inizio in cui si “carbura” lentamente, per poi riprendersi.
Il ritmo, comunque, a mio avviso, resta sempre gradevolmente incisivo. Ciò è dovuto anche grazie alla presenza di capitoli molto brevi che scorrono velocemente e con grande piacere, tanto che si arriva alla fine del romanzo senza accorgersene. “Cosa è mai una firmetta”, inoltre, è diviso in tre parti e, cosa assai carina e costruttiva, alla fine troviamo un epilogo molto particolare e parecchio dettagliato, pure questo scritto in modo diverso dai soliti a cui siamo abituati ed è assolutamente scorrevole, chiaro, preciso.
Leggere un libro di Andrea Vitali è come prendere una boccata di ossigeno, oltre ad essere parecchio rilassante e regalarmi un momento di svago e di sano relax. La sua scrittura è sicuramente particolare, diversa dagli altri scrittori, a volte è presente anche qualche parola in dialetto, (è ambientato come sempre tra Bellano e Lecco), ma tutto è assolutamente chiaro, preciso, scintillante. Pure con “Cosa è mai una firmetta” ci racconta una storia frizzante che ci conquista con la sua ironia e con la presenza di personaggi indubbiamente non comuni, più unici che rari.
Mi sento sempre di consigliare i suoi libri, ma sono consapevole che è uno scrittore che non ha vie di mezzo: o piace o non piace. O ci si innamora della sua penna e ci si fa conquistare dal suo modo di scrivere e dalle sue storie, oppure nulla. A me regala ogni volta dei momenti assolutamente piacevoli e non riesco mai a leggere lentamente i suoi romanzi perché mi prendono parecchio, mi conquistano capitolo dopo capitolo, mi fanno stare bene mentalmente.
Qui sotto vi propongo l’incipit:
“Mercoledì 8 febbraio 1956, San Giovanni di Dio. L’alba sorge alle ore sette e sedici minuti, il tempo è sereno, i treni in orario. Verso metà mattina, quando mancano pochi minuti alle dieci, la vita di Augusto Prinivelli subisce una svolta.
Il p.i., perito industriale con specialità in disegno meccanico, Augusto Prinivelli abita a Bellano dall’età di nove anni. È nato a Milano nel febbraio 1931 e subito rimasto orfano di madre, morta nel darlo alla luce. Col padre ferroviere ha vissuto fino a quando pure lui, morendo di un colpo secco nel 1940 mentre era in servizio e a guerra da poco dichiarata, lo ha lasciato solo. Sarebbe finito in un orfanotrofio se Tripolina Carezza in Giulini, sorella maggiore della sua povera madre, in pieno accordo col marito Ercole, titolare di una piccola impresa edile, non avesse deciso di occuparsene, portandoselo a Bellano…”
Trama
Di stare a Bellano il venticinquenne Augusto Prinivelli, perito industriale, non ne può più. Sogna un’altra vita, sogna la città. Così ha cercato e trovato lavoro a Lecco presso la Bazzi Vinicio-minuterie metalliche. E non è finita. Quando l’anziana zia Tripolina, con cui vive da che è rimasto orfano, dovesse morire, venderà il putrido caseggiato di quattro piani di cui lei è proprietaria, manderà al diavolo quei morti di fame che sono in affitto e tanti saluti. Ma l’Augusto non ha fatto i conti col destino.
La mattina di mercoledì 8 febbraio 1956, infatti, irrompe sulla scena Bazzi Birce. È la figlia di Bazzi Vinicio, il titolare dell’azienda, ed è colpo di fulmine. Corteggiamento, brevissimo; fidanzamento, un amen; nozze. E per il futuro? No, niente figli, piuttosto, il caseggiato… Venderlo? Alt! Un momento. Lo sa l’Augusto cosa ne verrebbe fuori rimettendolo a posto? No? Lo sa lei, la Birce, imbeccata dal padre, che per certe cose ha il fiuto giusto. E poi non si può stare ad aspettare che la zietta muoia, perché a dispetto di tutto e di tutti pare un tipo coriaceo. Non si potrebbe invece farle mettere una firmetta su un atto di cessione? Cosa sarà mai!
Andrebbe tutto a posto in un niente. Oltretutto bisognerebbe arginarla la zietta, perché morta la vicina ha già trovato una nuova affittuaria. È una giovane vedova trasferita da Colico che la notte sembra lamentarsi spesso, forse avrebbe bisogno di un dottore. Sì, ma di che tipo? In questo Cosa è mai una firmetta, l’estro narrativo di Andrea Vitali sperimenta nuovi percorsi. L’osservazione del paesaggio umano che abita il suo mondo letterario si fa ancora più tagliente e impietosa. Capace di strappare un sorriso a ogni piega del racconto con le sue fulminanti invenzioni, non risparmia lo scavo tra gli istinti primordiali dei suoi personaggi, fino a metterne a nudo il cinismo che li divora.