Chimere

Titolo: Chimere

Autore: J. Bernlef

Editore: Fazi

Collana: Le strade

Pagine: 164

Prezzo: € 16,50

Uscita: 19 novembre 2024

Traduzione: Stefano Musilli

Recensione

“Chimere” è un libro di J. Bernlef (1937-2012) pubblicato da “Fazi Editore”.

La trama mi ha incuriosito immediatamente e la voglia di leggerlo era molta. Mi sono tuffato, quindi, tra le sue pagine ed ammetto che l’ho divorato, non riuscendo a staccarmi. La storia non è tra le più allegre, anzi è molto commovente, triste e fa riflettere parecchio, ma è anche, a suo modo, un inno alla vita, all’amore tra due persone specialmente nel momento del bisogno.

La protagonista è una coppia di coniugi olandesi: Maarten e Vera, settantenni, che vivono da tempo sulla costa a nord di Boston. Hanno due figli, Kitty e Fred, ma li vedono poco, inoltre hanno un cane di nome Robert che fa loro compagnia e con cui il marito va a fare lunghe passeggiate.

La minaccia però incombe su di loro e va a colpire la memoria di Maarten che, però inizialmente, non vuole parlare alla moglie del suo problema. Cerca, quindi, in un primo momento, di fare finta di nulla, di camuffare con delle motivazioni, ma piano piano tutto diventa meno sostenibile e la sensazione brutale dei ricordi che se ne vanno si fa sempre più opprimente.

“Chimere” è un romanzo dolce, intenso, appassionante che ho amato parecchio nonostante sia davvero triste. Ho apprezzato la delicatezza della penna di J. Bernlef, la sua gentilezza nel raccontare una storia così potente e difficile, senza però voler impietosire e far commuovere per forza i lettori, ciò avviene a quelli più sensibili ed empatici e io, purtroppo, penso di farne parte.

Il suo libro è anche un modo per farci riflettere sul tema della memoria, dei ricordi che sono per noi preziosi ed importanti, a volte sono tutto ciò che ci resta, specialmente quando perdiamo qualcuno a noi caro. I ricordi sono quelli che ci tengono in piedi, che ci regalano i sorrisi, che ci invogliano ad andare avanti.

Inoltre, J. Bernlef, con questo suo splendido romanzo, ci propone pure una riflessione sull’amore, sulla coppia, sul sostenersi a vicenda anche nelle difficoltà e nel saper chiedere aiuto all’altra metà, ma non solo. Infatti, Vera si rende conto che da sola non può farcela, quindi cerca un sostegno esterno rivolgendosi ad una persona qualificata che per un po’ vivrà a casa loro.

La vita di Vera le cade addosso una volta saputo il problema del marito, ma cerca in tutti i modi di stargli vicino, di offrigli il suo amore, di essere per lui il suo sostegno e, con tanta pazienza, procede ad andare avanti nella loro vita di coppia.

“Chimere” è un romanzo che vi consiglio davvero di leggere, perché, secondo me, è veramente bello, scritto benissimo, trasmette molto ed è ricco di emozioni, fa commuovere parecchio, ma scalda anche il cuore. Indubbiamente questo libro lo inserisco tra quelli più belli letti nel 2024.

Non fatevi spaventare dal tema triste, ma leggetelo perché è un romanzo ricco e profondo, con una scrittura delicata e gentile che vi affascinerà e con una storia molto intensa ed appassionante che vi conquisterà sicuramente. Ho amato “Chimere”!!!

Qui sotto vi propongo l’incipit:

“Forse è per via della neve che la mattina mi sento già così stanco. Vera no, lei ama la neve. Trova che non ci sia niente di meglio di un paesaggio innevato. Quando le tracce dell’uomo scompaiono dalla natura, quando tutto si trasforma in una distesa bianca e immacolata: che meraviglia! Lo dice quasi in estasi. Ma qui non è una circostanza che duri molto. Già dopo qualche ora si vedono impronte di scarpe e di pneumatici ovunque e le strade principali vengono sgombrate dagli spazzaneve.

La sento in cucina mentre prepara il caffè. Il palo giallo ocra alla fermata dello scuolabus è l’unico indizio rimasto della presenza di Field Road, che corre davanti a casa nostra. Oggi non capisco nemmeno dove siano finiti i bambini. La mattina mi metto sempre qui alla finestra..”

Trama

Nella sua prima traduzione italiana, uno dei romanzi più importanti del Novecento olandese: un classico moderno che in patria ha venduto quasi un milione di copie e continua a formare nuove generazioni di lettori.

I coniugi olandesi Maarten e Vera, settantenni, vivono da tempo negli Stati Uniti, sulla costa a nord di Boston. Vedono raramente i due figli, Kitty e Fred, che abitano nei Paesi Bassi. La loro è una vita abitudinaria, scandita da piccoli riti: le passeggiate con il cane Robert, le visite dei vicini, le puntate al pub locale, la pizza della domenica.

Il mondo di Maarten comincia a sgretolarsi quando una mattina si affaccia alla finestra e non trova quello che si aspettava: al posto dei bambini chiassosi in attesa dello scuolabus, vede soltanto un paesaggio innevato. «È domenica», gli ricorda Vera. Per la prima volta, Maarten si accorge di provare una «sensazione di momentanea assenza in piena coscienza, un senso di smarrimento, di spaesamento». Il suo primo istinto è quello di dissimulare, minimizzare, non farne parola con la moglie prima di capire perché il passato e il presente sempre più spesso si confondono e i ricordi diventano un’illusione sfuggente…

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