Titolo: Calafiore
Autore: Arturo Belluardo
Editore: Nutrimenti
Collana: Greenwich
Pagine: 206
Prezzo: € 17,00
Uscita: 11 aprile 2019
Recensione
“Calafiore” è indubbiamente uno dei libri più originali, particolare e spiazzanti che abbia letto nella mia vita. Sicuramente lascia il segno, sia in senso positivo, che negativo. Questo è un romanzo che attira assolutamente l’attenzione del lettore a cominciare dalla trama e poi subito dalle prime pagine ed in seguito nell’evolversi della storia.
Le sensazioni ed emozioni che provoca sono le più disparate, almeno per me è stato così. Se da una parte ho letto questo libro con molta curiosità cercando di entrare nella storia e di farmi coinvolgere, dall’altra ho avuto quasi un distacco sia dal protagonista, che dagli altri personaggi. Ho provato una sensazione di particolare tristezza e di inquietudine.
E’ un romanzo grottesco che ha come protagonista una persona letteralmente ossessionata dal cibo.
Alcune scene le ho trovate un po’ patetiche e tristi. Il povero Pino Calafiore ha una vita non proprio felice, viene spesso deriso e soffre, quindi si sfoga mangiando, fino ad esagerare.
Durante la lettura si incontrano dei passaggi provocatori che ci fanno staccare un attimo dalle pagine, per poi tornarci, una volta che ci si è ripresi, invogliati dalla curiosità di scoprire come procederà.
All’interno si nota la grande sofferenza e la fatica di vivere di Calfiore. Si sta male insieme a lui fino ad arrivare a temere per la sua salute e il suo benessere. Il cibo diventa indubbiamente anch’esso un protagonista ed è talmente presente, anche in scene molto particolari, che a volte mi ha fatto passare la voglia di mangiare, non sentivo più fame.
Questo romanzo è assolutamente provocatorio e porta il lettore a riflettere su varie situazioni della vita, lo fa forse in modo un po’ troppo grottesco ed esagerato, specialmente in alcune descrizioni molto schiette ed autentiche, ma questo serve sicuramente per tenere viva l’attenzione del lettore e lasciare un segno. Ciò avviene indubbiamente perché un personaggio come Calafiore non lo si può dimenticare.
In quarta di copertina leggiamo, giustamente, che si tratta di una storia brillante e provocatoria, che fa riflettere moltissimo sul rapporto che abbiamo col cibo,
L’autore Arturo Belluardo ha uno stile molto particolare, incisivo e spesso, a mio avviso, calca un po’ la mano, ma ha le sue ragioni.
Il romanzo può piacere o non piacere, ma non passa inosservato. Credo che alcuni lo ameranno alla follia, mentre altri non ne saranno soddisfatti. Io, purtroppo, faccio parte di questo secondo gruppo, seppure ho apprezzato l’originalità e la particolarità della storia e mi complimento con Arturo Belluardo.
Per chi si avvicinerà al libro si prepari ad una storia sconvolgente, ma nuova e trattata con un ritmo intenso ed una terminologia molto avanti.
Qui sotto la quarta di copertina:
“Ero solo bocca, una gigantesca bocca disegnata da Dalì, una bocca con pancia e piedi.
Innumerevoli e pietosi tentativi di dimagrire, tutti fallimentari, sospingono l’obeso Calafiore nella sua scalata alla sconfitta, alla fine della quale perde amore, lavoro e casa., Cerca il riscatto solo quando due giovani angeli della morte lo rapiscono per divorarlo in diretta web. Una brillante e provocatoria parodia per ripensare al nostro rapporto con il cibo e i suoi lati oscuri.”
Trama
Calafiore è un archivista bancario quarantanovenne. Obeso dai tempi dell’università e insoddisfatto del suo lavoro, trascorre l’esistenza accettando passivamente gli eventi finché un giorno, da vittima predestinata, perde tutto: la sua compagna, la figlia, la casa, il lavoro. Quello che dava un senso alla sua vita.
E così si abbandona ossessivamente a ciò che gli rimane, un’incontenibile fame. La sua, poi, non è neanche fame: è un atroce desiderio di sapore, manifestazione primaria della sua totale incapacità di saziare altri vuoti, ben diversi da quelli gastrici. ‘Mangia per non essere mangiato’ dunque, un mantra condiviso anche da Marta e Federico, fidanzati poco più che ventenni, diventati cannibali quasi per caso e, da quel momento, socialmente impegnati a scalare la piramide alimentare per rovesciarne il sistema di potere.
L’ambizioso progetto però è destinato a vacillare quando Calafiore, rapito dai due ragazzi, decide coraggiosamente di raccontare la sua storia appena prima che questi comincino a banchettare con il suo adipe.
In una sequela di episodi esilaranti e di patetici tentativi di dimagrire, il tragico si fonde con il comico, il pulp fa la sua parte, e tutto l’insieme invita a riflettere sul nostro difficile rapporto con il cibo in una parodia più che verosimile del gigantesco ingranaggio finanziario che trasforma, a loro volta, i consumatori in un enorme pasto.
Comments
anna paola maga
mi incuriosisce molto