Titolo: Bucaneve
Autrice: Mèlissa Da Costa
Editore: Rizzoli
Collana: Le narrative
Pagine: 479
Prezzo: € 19,00
Uscita: 18 aprile 2023
Recensione
Dopo aver letto, con molto piacere, “I quaderni botanici di Madame Lucie” di Mélissa Da Costa (qui trovi la mia recensione), ho accettato di immergermi tra le pagine del suo ultimo libro “Bucaneve”, uscito sempre per la casa editrice “Rizzoli”.
La trama mi ha incuriosito ed attirato parecchio, nonostante la quantità di pagine, ma essendo scritto in modo scorrevole ed avvincente, non ho avuto problemi a restare attaccato alla storia. Infatti, essa è intrigante, oltre ad avere dei personaggi ricchi di sfaccettature e tutti da conoscere nel corso dei vari capitoli, in cui crescono, mutano e ci permettono di scoprire i loro lati, sia positivi, che negativi.
L’autrice ha una penna che sa intrattenere il suo lettore, incuriosendolo anche con qualche colpo di scena e con alcuni passaggi elettrizzanti.
Inoltre, ho gradito, nel corso della vicenda, la decisa crescita di Ambre, la protagonista. Non sempre ho apprezzato, invece, le sue azioni, non sempre sono stato d’accordo con alcune sue decisioni, ma indubbiamente è una ragazza che trasmette tenerezza e simpatia. Ho seguito con interesse le sue vicissitudini e ho trovato molto carina anche l’ambientazione della storia di “Bucaneve”.
Grazie alle dettagliate descrizioni di Mélissa Da Costa ho potuto immaginare bene ciò che leggevo ed entrare meglio nella vicenda.
I dialoghi sono a volte veloci, frizzanti ed impetuosi, altre volte, invece, più profondi ed impetuosi. Tutto è abbastanza ben moderato, ma in alcuni passaggi l’autrice, secondo me, si è dilungata un po’ troppo, infatti le quasi 500 pagine sono, a mio parere, un po’ troppe e si potevano diminuire rendono tutto ancora più scorrevole e sciolto, il risultato sarebbe stato maggiormente gradevole ed appassionante.
Ho apprezzato molto le varie sfumature dei diversi personaggi, perché ognuno ha raccontato e trasmesso, a noi lettori, qualcosa di sé, in particolare ho gradito Tim perché ha dato tanto alla storia, grazie alla sua personalità, al suo carattere e alla sua umanità. Lui e Amber sono stati i migliori di “Bucaneve”, infatti hanno arricchito il romanzo con il loro modo di agire e di ragionare.
Mi sento, quindi, di promuovere questo nuovo lavoro di Mélissa Da Costa e di consigliarlo a chi ha voglia di una lettura fresca, intensa, con personaggi che crescono nel corso dei capitoli e a chi sa apprezzare la vera amicizia. “Bucaneve” è un bel libro di crescita personale.
Concludo con l’incipit:
“Philippe spinse la porta del monolocale e si stupì di trovarlo al buio. Ambre non aveva aperto le imposte, la stanza era immersa nell’oscurità. Eppure, era mezzogiorno passato. Era andato da lei subito dopo la riunione. Era già una settimana che non si vedevano. Succedeva sempre così. Bastava che non passasse per qualche giorno e Ambre si chiudeva in se stessa. Ci volevano ore per tirarla su di morale, per convincerla ad abbandonarsi ancora tra le sue braccia.
«Ambre?» Nessuna risposta. Brutto segno. Era arrabbiata sul serio. Philippe alzò gli occhi al cielo. Eppure, l’aveva chiamata. Per dirle che sarebbe passato. Si aspettava un silenzio glaciale e invece aveva risposto: «Sì, va bene» con una voce strana. Un po’ strozzata. Come se fosse malata. Appoggiò la giacca sul letto sfatto. Doveva stare proprio male. Di solito, le lenzuola erano ben stese, pronte per essere sgualcite dai loro amplessi. «Tutto bene?»
Ancora niente. Lisciò la giacca sul cuscino. Faceva parte del rituale, quando andava lì. Entrava, sistemava la giacca con cura, poi la chiamava. Una volta. Due volte. All’inizio bastava. E allora la spogliava senza farsi troppi scrupoli, la sbatteva sul letto, la faceva ansimare. Era facile quando non gli teneva il broncio… “
Trama
Ambre ha vent’anni e la vita davanti a sé, ma non la vede. Da un anno è l’amante ragazzina di un quarantenne, Philippe, professionista affermato, padre di famiglia. Vive nell’appartamento che lui le ha messo a disposizione, ma è un amore asfissiato che si nutre di scampoli di tempo.
Quando Ambre, sopraffatta dal vuoto, tenta di farla finita, Philippe è già distante da quell’amore nuovo e salva il proprio imbarazzo offrendole una via di fuga: le trova una sistemazione ad Arvieux, un paesino delle Alte Alpi francesi, come cameriera stagionale in un albergo. In questa valle azzurra, dove la montagna si presenta allo stato puro e le vetrine dei bar sono appannate dai fumi della cioccolata, Ambre scopre un micromondo di sogni, fragilità, entusiasmi, delusioni.
Le persone che incontra hanno, come lei, dolori che pesano e solitudini schierate come scudi. Persone come Tim, l’aiuto cuoco, ventiduenne gay rifiutato dalla sua famiglia; come Rosalie, madre single di una bambina di quattro mesi, che soffre di fobia dell’abbandono. Come Wilson, che preferisce il rumore del vento tra i pini alla compagnia degli uomini.
Giorno dopo giorno, tra un turno in sala e una ciaspolata nei boschi di larici, tra incomprensioni e risate leggere, Ambre mette piede nei loro silenzi ed esce dal suo. Come accade quando, sulla superficie di neve invernale, protettiva e muta, riaffiora la vita nei petali di un bucaneve.