Titolo: America Piccola
Autore: Gianmario Sacco
Editore: Scatole Parlanti
Collana: Voci
Pagine: 117
Prezzo: € 14,00
Uscita: 15 dicembre 2021
Recensione
“America Piccola” è il romanzo d’esordio, pubblicato da “Scatole Parlanti”, di Gianmario Sacco (classe 1983).
Indubbiamente la copertina è meravigliosa e ha attirato immediatamente la mia attenzione. Inoltre una delle particolarità di questo libro è l’assenza della divisione in capitoli, infatti scorre senza trovarne traccia.
Ѐ ambientato in Sicilia, la regione dell’autore, in particolare in un paese, Monbrugone, che, come si legge nella trama, è piegato in due e sottomesso alle dominazioni delle cosche locali, agli stenti della Seconda guerra mondiale…
La scrittura di Gianmario Sacco è molto curata, a volte ricercata, si percepisce la sua attenzione per i dettagli e l’importanza che dà alle parole. Infatti, a mio avviso, sono proprio le parole il punto forte del romanzo. Leggendo “America Piccola” mi sono accorto della loro importanza, pagina dopo pagina. Alcuni termini spiccano maggiormente di altri e lasciano il segno, incidono parecchio nella storia, anche tra le righe. Tra queste: onore, bravate, destino. A volte pare che tutto sia legato al proprio destino e si percepisce la fatica da parte dei protagonisti di stare a galla.
“America Piccola” affronta varie tematiche, diversi argomenti. Si racconta del dolore, della sofferenza e quindi alcuni passaggi sono maggiormente tristi e ciò arriva forte a noi lettori, come pure la fatica sulle spalle di alcuni personaggi. Tra i temi c’è quello che riguarda la figura della donna e la separazione dei ruoli, si parla di prostituzione e in genere del doversi arrangiare per campare, per poter restare a galla e sopravvivere.
“Non ero l’unico nel quartiere ad arrangiarmi a campare in quel modo, tanto che a ogni angolo di via, nel silenzio di soldati, tenenti, appuntati, o capitani di marina, era visibile a tutti quel commercio losco…”
Alcuni passaggi li ho trovati molto interessanti e mi hanno colpito parecchio, altri mi sono apparsi un po’ più forti, tristi e dolorosi. Indubbiamente c’è spesso una atmosfera cupa e profonda, che rende bene ciò che l’autore racconta e quello che i suoi personaggi vivono ed attraversano nella loro quotidianità.
Per quanto riguarda il titolo viene spiegato ed utilizzato nel corso della storia. “America Piccola” va letto lentamente per gustarne tutti i particolari e per farsi coinvolgere maggiormente dalla vicenda narrata con stile e capacità da Gianmario Sacco.
Se vi incuriosisce, vi consiglio di leggerlo e di assaporare la scrittura dell’autore e la storia che ci ha raccontato in “America Piccola”.
Concludo con l’incipit:
“Mi capita di guardare una fotografia ingiallita, riempita da quattro ragazzini a torso nudo, sulla banchina di un molo, sul retro una dedica ormai illeggibile. Ricordo di averla guardata, quella mattina, appena prima di essere scortato fuori dal carcere.
Una volta fuori notai con estremo stupore la fermata dell’autobus di rimpetto al portone in ferro. Al mio arrivo, circa vent’anni prima, non ve ne era ancora traccia e durante il mio soggiorno obbligato nessuno ne aveva fatto mai cenno, non so, un parente in visita a un carcerato, o un detenuto di rientro da un permesso premio. Nessuno mi aveva parlato mai di quella fermata. Ero fuori da pochi minuti e già il progresso mi assaliva, cambiando il mio presentimento nei confronti del mondo, e ricordandomi quanto lunghi fossero stati gli anni trascorsi senza libertà. Ero annichilito. L’aria era frizzante, e nonostante fosse il periodo caldo dell’anno provavo una sensazione di grande frescura. Ero libero, finalmente, ma talmente in preda alla vertigine da stupore, che bastò una fermata d’autobus a mandarmi in confusione…”
Trama
Pino Bonvissuto è uno dei tanti figli della miseria e degli stenti di una terra martoriata dalla guerra, dalla sopraffazione e dal malaffare. Una borgata marinara, di una Sicilia complessa, tenuta in scacco da una mafia mascherata, celata dietro una falsa pietà; un quartiere difficile, dove tutti sanno tutto, dove ognuno ha la propria versione della verità, dove il compromesso morale e il patto con la malavita sono spesso taciti e obbligati.
Un paese, Monbrugone, piegato in due, sottomesso alle dominazioni delle cosche locali, agli stenti del secondo conflitto mondiale e alla pacifica invasione delle truppe di liberazione, che trasformano le vie del quartiere in una vera e propria Piccola America, tra connivenze oscure e taciti accordi. Un luogo dove la compassione e la solidarietà regnano, ma dove non trova spazio la pietà. Il protagonista si ritrova travolto dagli eventi, risucchiato in una morsa di disperazione e di necessità, fin quando un tragico giorno del 1948 la sua esistenza viene stravolta in un modo irreversibile e cruento.