A Milano con Luciano Bianciardi

Titolo:  A Milano con Luciano Bianciardi

Sottotitolo: Alla scoperta della città romantica

Autrice: Gaia Manzini

Editore: Giulio Perrone Editore

Collana: Passaggi di dogana

Pagine: 133

Prezzo: € 15,00

Uscita: 25 novembre 2021

Recensione

Oggi vi consiglio un nuovo volume della collana “Passaggi di dogana” che adoro!!! Questa volta non vado molto lontano fisicamente, ma col cuore e con i ricordi sì. Infatti, Gaia Manzini ci propone il suo ultimo lavoro dal titolo: “A Milano con Luciano Bianciardi”, sottotitolo “Alla scoperta della città romantica”. Ovviamente è stato pubblicato da “Giulio Perrone Editore”.

Come tutti gli altri libri di questa casa editrice è molto curato nei dettagli, la carta è piacevole anche al tatto e in terza di copertina, come sempre, c’è il comodo segnalibro da staccare ed utilizzare durante la lettura.

Ma vediamo meglio il libro al suo interno. Dopo il prologo “Un minatore in città”, in cui l’autrice ci presenta Luciano Bianciardi (del quale vi ho inserito, qui sotto, la sua biografia), troviamo i dieci capitoli che danno vita al volume che si conclude con un’ottima ed utile bibliografia.

L’autrice adora Bianciardi e, nel corso di “A Milano”, ci racconta meglio ed ampiamente di lui. Ma ciò che ho apprezzato molto di questa meravigliosa lettura è che ho potuto fare un tuffo nel passato grazie ai vari luoghi della mia città citati tra le varie pagine.

Mi sono affiorati vari ricordi, vari momenti (sia belli, che meno piacevoli) della mia vita. Gaia Manzini ci racconta Milano e i suoi luoghi, sia più noti, che meno conosciuti e lo fa con grande capacità di dialogo e aggiungendo diversi aneddoti (alcuni li sapevo, ma altri no).

Ci cita vari personaggi famosi che hanno animato la città: tra cui Jannacci, Cochi e Renato, Ripa di Meana. Luoghi di incontri come il famoso “Derby” dove Bianciardi conobbe anche Dino Buzzati e dove invitò Walter Chiari.

Inoltre, ci racconta pure della pittrice Maritella D’Orlando che, ammetto la mia ignoranza, non conoscevo.

Tra i vari posti di cui parla Gaia Manzini, troviamo Brera, Porta Nuova, Porta Venezia, Piazza Oberdan e il famoso albergo diurno, Via Turati e Via Moscova, Largo Donegani, Piazza Duomo…e molti altri. Inoltre si racconta anche dei rapporti di Luciano Bianciardi con Feltrinelli.

“A Milano” è un libro che si legge con interesse e gusto. Un volume gradevole che ci permette di fare un viaggio nella grande Milano. Consiglio la lettura a tutti, sia a chi la conosce e vive in città, sia a coloro che non ci sono mai stati. Per quest’ultimi un’idea potrebbe essere quella di leggere il libro e poi di venire a Milano a visitare i posti citati.

Sono molto contento che un “Passaggio di dogana” sia stato dedicato alla mia città, grazie a “Giulio Perrone Editore” e a Gaia Manzini.

Luciano Bianciardi

Laureato in filosofia, professore di liceo e direttore della Biblioteca Chelliana di Grosseto, scrive insieme a Carlo Cassola “I minatori della Maremma”, un’inchiesta pubblicata su “L’Avanti!” e poi raccolta in volume per Laterza nel 1956. Trasferitosi a Milano nel 1954, lavora come redattore, giornalista, traduttore dall’inglese, sceneggiatore.

Tra le sue numerose opere si ricordano: “Il lavoro culturale” (Feltrinelli, 1957), “L’integrazione” (Bompiani, 1960), “Da Quarto a Torino. Breve storia della spedizione dei Mille” (Feltrinelli, 1960), “La vita agra” (Rizzoli, 1962), “La battaglia soda” (Rizzoli, 1964), “Aprire il fuoco” (Rizzoli, 1969), “La solita zuppa e altre storie” (Bompiani, 1994). Le opere complete sono raccolte nei due volumi “L’antimeridiano” (Isbn, 2005 e 2008).

Dopo un periodo di oblio, la biografia di Pino Corrias “Vita agra di un anarchico” (Baldini e Castoldi, 1993) ne riportò in auge l’opera, oggi molto apprezzata per la qualità della scrittura e per la vena antimoderna. Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.

(fonte Ibs.it)

Trama

Milano detestata eppure mai lasciata, Milano di Feltrinelli, delle vie nebbiose percorse a piedi senza sosta da Bianciardi, che amava camminare e anche per questo era stato soprannominato Piedone. Nella città lombarda Luciano trova la miccia che fa esplodere la propria rabbia, quell’energia che lo legherà per sempre al luogo per lui difficile e tormentato. Luciano Bianciardi, un nome quasi parlante. Arriva prima la luce, subito definita dal cognome: è un chiarore bianco, mattutino. Eppure questa leggerezza è in contrasto col suo sguardo, col suo animo di lottatore in tumulto che si scaglia con rabbia contro le storture che vede intorno a sé: contro il lavoro da impiegato, contro lo sfruttamento, contro la vacuità̀, perfino contro Milano. Gaia Manzini ripercorre passo dopo passo una Milano fervente e in espansione, ritrovando nelle sue strade la “vita agra” di Bianciardi, le sue abitudini da bohémien, le sue lotte e i suoi furori.

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