Gli unici indiani buoni

Titolo: Gli unici indiani buoni

Autore: Stephen Graham Jones

Editore: Fazi

Collana: Darkside

Pagine: 350

Prezzo: € 18,50

Uscita: 2 maggio 2023

Recensione

“Fazi Editore” ci propone “Gli unici indiani buoni”, scritto da Stephen Graham Jones. Il libro ha avuto un grande successo di pubblico e di critica dalle sue parti, riuscendo anche a vincere diversi premi in patria tra i quali: lo Shirley Jackson Award e il Bram Stoker Award.

Per quanto mi riguarda avevo alte aspettative grazie alla trama accattivante ed interessante, ma purtroppo poi non ho potuto confermare ciò.

La vicenda è, indubbiamente, originale, ma, secondo il mio parere, tutto è troppo lento, al punto che capita che la lettura diventi un pochino noiosa e si rischia di abbandonare il libro. Occorre, infatti, resistere e continuare, per poi vedere smuoversi maggiormente tutta la storia.

Sicuramente l’idea di avere gli indiani come protagonisti  è intrigante e nuova, non capita spesso, quindi attira parecchio per scoprirne di più, ma ci vorrebbe un ritmo più elevato, più adrenalina e qualche colpo di scena maggiormente significativo per tenere i lettori attaccati alle pagine con più entusiasmo.

Come si intuisce, non l’ho divorato, ma ciò per mio gusto personale, nel senso che ho trovato elementi a me non consoni e non di mio gradimento, compreso lo stile di scrittura. Infatti, la penna di Stephen Graham Jones è, secondo me, molto particolare e non facile da seguire, specialmente all’inizio e ciò è un peccato perché ho faticato ad entrare nella vicenda e ad appassionarmi.

Nonostante questo, è stato interessante leggere qualcosa di completamente diverso da ciò che mi aspettavo e anche per quanto riguarda i miei gusti in fatto di lettura. Ogni tanto uscire dalla propria zona comfort può essere, se non piacevole, almeno curioso per visionare altri generi, ma dal mio punto di vista non mi è sembrato un horror mozzafiato.

Durante la lettura mi è capitato di non trovarmi a mio agio, ma spaesato e di ciò mi è dispiaciuto molto perché ci tenevo a questo romanzo.

“Gli unici indiani buoni”, fin dal bel titolo e dalla trama, mi incuriosiva parecchio, speravo in una lettura appassionante e anche avvincente, ma così non è stato. Nonostante ciò, l’ho letto perché comunque mi è servito per scoprire un tipo di scrittura particolare, senza fronzoli e direi molto asciutta e fredda. Se siete appassionati del genere, magari a voi potrebbe piacere.

Qui sotto vi lascio l’incipit e poi trovate, come sempre, anche la trama.

“Il titolo di giornale per Richard Boss Ribs sarebbe stato INDIANO UCCISO IN UNA LITE FUORI DA UN BAR. Che è un modo per dirlo. Ricky aveva trovato lavoro in North Dakota con una squadra di trivellazione. Siccome era l’unico indiano, lo chiamavano “Capo”. Siccome era nuovo e probabilmente temporaneo, era sempre lui che veniva mandato giù a guidare la catena. E ogni volta che ritornava con tutte le dita, girava per la piattaforma con i pollici alzati per far vedere quant’era fortunato e che niente l’avrebbe mai scalfito. Ricky Boss Ribs.

Se l’era filata dalla riserva all’improvviso, quando il fratello minore Cheeto era morto di overdose nel soggiorno di qualcuno, con il televisore, gli dissero, sintonizzato su quella telecamera che non fa che inquadrare dall’alto il parcheggio dell’IGA. Era la questione su cui Ricky non riusciva a smettere di rimuginare: quel canale lo guardavano solo gli anziani vecchi sul serio…”

Trama

Lewis, Gabe, Ricky e Cassidy sono quattro giovani indiani cresciuti insieme in una riserva ai confini col Canada. Il legame che li univa si è spezzato quando Ricky è morto all’improvviso: una rissa fra ubriachi, secondo la versione ufficiale. Ma è davvero andata così? Sono passati ormai dieci anni, i ragazzi sono diventati uomini e si sono più o meno integrati nella società bianca, lasciandosi alle spalle gli eccessi di gioventù ma anche un fardello con il quale non hanno mai fatto davvero i conti: le regole e le tradizioni della riserva.

Il ricordo dell’amico scomparso, però, non li ha mai abbandonati. Con esso, torna prepotentemente a turbare le loro coscienze un episodio del passato che li ha segnati, mettendo fine per sempre alla loro innocenza: una battuta di caccia finita male. Una storia difficile da dimenticare, che oggi torna a perseguitarli. È Lewis il primo ad accorgersi di una presenza inquietante in casa sua, e a questo punto ognuno di loro inizia ad avere paura, per sé e per i propri cari…

Una spietata caccia all’animale che si tramuta in una terrificante caccia all’uomo: vincitore dei più importanti premi nell’ambito del genere e campione di vendite, Gli unici indiani buoni è un horror mozzafiato in cui una fine analisi sociale si fonde perfettamente con la tensione di una storia da incubo.

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