Buongiorno lettrici e lettori,
ho il grande piacere di proporvi come ospite dell’intervista, Gianmarco Perale, autore del libro “Amico mio” pubblicato da “NN Editore”.
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Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Amico mio”?
Non ha origine, credo. Penso sia sempre esistito dentro di me. Più che il libro, l’ossessione di Tom, il suo sguardo sul mondo. La sua storia, probabilmente, è soltanto il modo inconscio che ho per dire “Eccomi.”.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
Triste. Caustico. Onesto.
3 – Un pregio e un difetto di Tom e Poni?
Per quanto riguarda Tom: Determinato e ossessionato (temo sia un pregio anche questo, chissà).
Per quanto riguarda Poni: Paziente e ingenuo.
4 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi il romanzo?
Malinconia, pensando a Tom e pensando a me, e pensando che Tom non è altro che una mia possibile esistenza. Un’esistenza che non è mai nata. Entusiasmo, stupendomi dei miei cambi di direzione e delle mie scelte (delle scelte di Tom).
Vuoto, ragionando sulle cose della vita. Tutti i personaggi vivono le loro vite augurandosi di viverle bene, in pace, circondati da amore. E qualcosa va storto. In quel qualcosa vedo il mio vuoto. Il vuoto di Tom, e quindi il mio. Vedo il mio vuoto.
5 – Che rapporto hai con l’amicizia?
Bellissimo. I miei amici più stretti cercano di capirmi. E io loro. Non mi giudicano. Non leggono quello che scrivo (a volte sì, al mare o in montagna durante le ferie). Sanno dei miei disequilibri. Della mia passione per la lettura, per il calcio. Del mio essere distratto, distimico, incostante, euforico e socievole, e un secondo dopo calmo ed eremita. Mi telefonano durante il giorno per sapere come sto, se ho voglia di uscire, se ci guardiamo una partita. Mi vogliono bene. E io ne voglio a loro.
6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?
Scaletta no. Non ho mai scritto qualcosa pensando a dove sto andando. Per me la scrittura ha due prerogative: va verso il basso. Scavo e scavo e mi sporco le mani, e non cammino mai dritto. E mentre scavo, procedo via via sempre più in profondità, in tunnel sotterranei, completamente al buio (seconda prerogativa, l’assenza di luce, l’assenza di una trama).
Non so dove sto andando (non solo durante la stesura del libro, ma soprattutto durante questo mio percorso artistico). Scavo e scavo, e scavo. E intorno a me è tutto buio e io continuo a scavare, pensando ai tormenti dei miei personaggi. Ai miei.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Ho iniziato a scriverlo in una libreria che ora non esiste più, La Feltrinelli di Corso Garibaldi, a Milano. Non avevo ancora scritto niente, neanche una parola, e non sapevo come si sarebbero chiamati i personaggi. A un certo punto, una madre seduta al tavolino accanto al mio ha detto a voce alta: “Tommaso, vieni qui.” e suo figlio è corso da lei.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Lunatico. Insicuro. Curioso.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Amo leggere, il calcio, correre e cucinare.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
V13. L’ennesima prova di un talento purissimo.
Biografia
Gianmarco Perale vive fra Milano e Venezia. Ha frequentato la scuola di scrittura Belleville. Il suo romanzo d’esordio Le cose di Benni (Rizzoli 2021) è stato finalista al Premio POP, al Premio Severino Cesari e nella cinquina finale del Premio Flaiano under 35. Ha lavorato con Walter Siti al podcast Perché Pasolini? realizzato da Chora Media. Amico mio è il suo secondo romanzo.
Grazie di aver risposto alle mie domande!!!
Alla prossima!
Gabrio