Titolo: Il gioco del quindici. Il commissario Incatalupo
Autore: Paolo Domenico Montaldo
Editore: Yowras Editrice
Pagine: 228
Prezzo: € 12,00
Uscita: 25 ottobre 2021
Recensione
Con “Il gioco del quindici” sono arrivato alla sesta indagine de “Il commissario Incantalupo” dello scrittore Paolo Domenico Montaldo per “Yowras editrice”.
Questa indagine risulta molto difficile e “tosta” per il commissario Incantalupo e per la sua squadra perché sembra che la controparte sia ben preparata ed in grado di dare del “filo da torcere”.
Inoltre, ho ritrovato tutti i protagonisti, che ho imparato a conoscere volume, dopo volume e che ho visto crescere lavorativamente e anche cambiare caratterialmente, tra cui pure Elvira che mi ha incuriosito fin dalla sua prima apparizione. Tutti loro, infatti, mutano come chiunque nella vita, tra alti e bassi e momenti di vario genere. Tra difficoltà, gioie e dolori il nostro modo di affrontare la quotidianità cambia, sperando in meglio.
In questa indagine ho notato ed apprezzato, in particolare, Marianna Morando che, nel suo lavoro, sta crescendo in modo significativo e comincia ad essere sempre più spigliata, grintosa, sicura di se stessa, a differenza dell’inizio in cui, a mio avviso, era più chiusa e timorosa. Come sappiamo è fidanzata con Armando Incantalupo e mi è sempre apparsa un po’ in disparte, sempre pronta ad obbedire ai vari ordini, mentre ne “Il gioco del quindici” l’ho vista più spigliata e anche capace di prendere decisioni agendo di sua iniziativa. Tutto ciò l’ho apprezzato parecchio.
Altro punto che gradisco sempre molto è la squadra del commissario che ormai è diventata assai familiare, come degli amici. Inoltre, ritroviamo pure i pensieri in un font diverso e, ogni tanto, con un certo grado di ironia. Quest’ultima mi è sembrata un po’ minore in questa indagine rispetto alle precedenti, ma sempre presente ed assai gradevole.
Una novità, che compare questa volta in aggiunta, è la presenza di messaggi in formato “foglietto” che risultano ben evidenti all’interno della pagina, sicuramente è un’idea carina.
Tra i vari personaggi de “Il gioco del quindici” compare pure il commissario Antonio Perrone che movimenta ulteriormente la storia. Molto gradevole il passaggio del suo ingresso nella storia.
Come sempre, pure questo sesto libro lo si legge con grande piacere, curiosità ed interesse. Ritrovare i vari protagonisti è sempre una cosa gradita, ci si sente a casa e ci si ritaglia volentieri del tempo per seguire la loro nuova indagine.
Tutto è scorrevole, appassionante ed avvincente grazie anche ad alcuni colpi di scena ed ai vari passaggi che ci portano, capitolo dopo capitolo, ad avvicinarci alla verità come se fossimo pure noi parte della squadra del commissario Incantalupo.
Inoltre, c’è sempre qualche novità, qualche cosa che ci sorprende e che ci fa apprezzare ogni volta di più le storie scritte da Paolo Domenico Montaldo, complimenti!!!
Concludo, come d’abitudine, proponendo l’incipit:
“Chi l’ha detto che Natale è solo per i buoni di spirito e di cuore? Chi ha detto che un ladro, o addirittura un assassino, non possa avere il suo Buon Natale? Forse che non meritano di essere visitati da Babbo Natale anche loro almeno una volta all’anno? È tradizione consolidata che dei cattivi, quelli molto cattivi che non meritano neanche il carbone, non si curi nessun Babbo Natale, ma supponiamo per un momento che esista un Babbo Natale per i buoni, uno per quelli meno buoni, ma non poi così cattivi, e ci sia un Babbo Natale anche per i cattivi.
Supponiamo per un momento che uno, quello dei buoni, viva al Polo Nord, quello del meno buoni, ma non così cattivi, viva al Polo Sud, e l’altro, quello dei cattivi e dei molto cattivi, viva su di una piccola isola dell’oceano, giusto sulla linea dell’equatore. Caldo tutto l’anno, pesci che ti saltano in padella, verdura e frutta a volontà, sole e mare…”
Trama
Un innocente passatempo si trasforma in un’ossessione per il commissario Incantalupo. Chi trama nell’ombra e agisce alla luce del sole per metterlo in difficoltà? La città subisce una serie di furti da manuale, e le autorità vogliono a tutti costi un colpevole oppure un capro espiatorio.
Lupo rischia di trovarsi nei panni dell’agnello da sacrificare. In un torrido agosto sabaudo, tra le vacanze del questore e i maneggi della signora Elvira, Armando Incantalupo si addentra nel mondo degli informatori che gli mostra il suo volto più pittoresco e coinvolgente. Seguendo una pista incoerente e subendo giri turistici non richiesti, il commissario e il suo vice Santini arrancano dietro agli indizi e ai messaggi enigmatici che anche l’agente scelto Marianna Morando contribuisce a risolvere.
Una serata di tuoni e fulmini, luci e spettacoli di arte varia è solo il penultimo passo verso la soluzione di un’indagine che riserva molte sorprese.