Titolo: La sedia rossa
Sottotitolo: Tragicommedia in tempo di pandemia
Autore: Antonella Viola
Editore: Scatole Parlanti
Collana: Soffi
Pagine: 89
Prezzo: € 12,00
Uscita: 16 settembre 2022
Recensione
La casa editrice “Scatole Parlanti” ci propone “La sedia rossa”, il romanzo d’esordio di Antonella Viola. Il sottotitolo, che ci spiega bene l’argomento, è: tragicommedie in tempo di pandemia. Ovviamente la sedia rossa, che troviamo nel titolo e nella foto di copertina, è quella in cui si è seduta gran parte di noi quando siamo andati per ricevere le varie dosi contro il covid.
Il tema del libro, quindi, è molto attuale e c’è anche da tenere presente che la scrittrice del libro è proprio una delle varie infermiere presenti nei vari hub vaccinali; perciò, quello che ci racconta è reale ed accaduto veramente; quindi, anche grazie a ciò, tutto risulta più interessante e si legge con grande curiosità.
All’interno troviamo tantissimi aneddoti, che Antonella Viola ci racconta, tra quelli che ha ascoltato da chi è andato a vaccinarsi. Devo ammettere che molti sono assolutamente divertenti, ironici, esilaranti e quindi ho amato questo libro, mi ha regalato diversi sorrisi e qualche risata. Oltre a questi, ci sono, però, anche alcuni passaggi più seri che ci fanno riflettere.
Le emozioni che scaturiscono dai racconti presenti nel libro sono di diverso tipo e rientrano nella quotidianità di ognuno di noi. “La sedia rossa” si legge velocemente, con grande trasporto ed interesse, si scoprono anche vizi, manie, problematiche e i diversi caratteri delle persone. C’è chi è educato, gentile e disponibile, chi invece, è arrogante, maleducato e scontroso.
Inoltre, si ammira la protagonista che riesce sempre ad affrontare le varie situazioni, alcune pure un po’ particolari e strane, con grande tranquillità, pazienza e professionalità: complimenti!!!!
Immagino che non tutti, al suo posto, saremmo stati in grado di reagire nel suo modo educato ed affabile.
In questo libro si trovano, quindi, le più svariate persone e magari anche chi reagisce e si comporta come noi; perciò, può capitare che vi rivediate in qualcuno dei vari protagonisti dei mini-racconti.
Credo proprio che apprezzerete “La sedia rossa” e vi consiglio la lettura perché vi farà passare qualche ora in modo assolutamente gradevole, regalandovi anche qualche sorriso, oltre a mostrarvi i lati delle diverse persone, vi farà pure vedere come abbiamo affrontato il momento di quando ci siamo seduti sulla famosa sedia rossa.
Qui sotto vi regalo un paio di raccontini presenti nel libro e vi invito a prendere il libro per leggere tutti gli altri:
Francesco e il maglione
Francesco di anni ne ha sessantatré, si siede sulla sedia rossa.
«Può scoprire la spalla, per favore?» chiedo.
«Ma per scoprire la spalla mi devo togliere il maglione?».
«Non lo so se deve togliersi il maglione, veda lei, ma a me serve il deltoide».
«E non può farlo sul braccio, scusi, eh?».
Il tatuaggio
Maria Rita, trentasei anni, si siede sulla sedia rossa.
«Volevo chiederle se posso fare un tatuaggio, tra una settimana».
«Non ho capito la domanda».
«Ho fatto il vaccino, ci sono controindicazioni
fare un tatuaggio?».
«Certo che può tatuarsi, non ci sono controindicazioni».
«Anche sul braccio, posso?».
«Certo!».
«Davvero?».
Trama
Un’infermiera, in un hub vaccinale durante la pandemia di Covid-19, raccoglie i dialoghi e le scene di quei giorni ascoltati e visti dalla sua postazione, nel box che le veniva di volta in volta assegnato, sempre diverso eppure sempre uguale, piccolo recinto di universo con al centro una sedia rossa. Questo libro condensa gli aneddoti più disparati, interessanti, spontanei ed esilaranti dell’ansia, la paura e la sfrontatezza della gente nel momento di ricevere il vaccino. La protagonista involontaria di questi racconti nei quali domina il sorriso, ma anche la rabbia e la capacità di mantenersi fragili e innocenti, è l’emozione. Sono storie di vita, in questa scuola di sensazioni e trepidazioni, in cui l’autrice non si lascia andare a riflessioni sull’esistenza, sulle costrizioni che la pandemia ha causato perché lascia parlare le persone, traboccanti di verità.