Un saluto a tutti voi!!!
Ho il grande piacere di proporvi l’ospite dell’intervista di oggi. Si tratta di Giancarlo Piacci, autore del libro “I santi d’argento” pubblicato da “Salani”
Se volete leggere anche la mia recensione, la trovate cliccando qui.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “I santi d’argento”?
Sono sempre stato un lettore accanito, soprattutto di noir e polizieschi, per cui l’idea di questa storia mi ronzava in testa da un po’. Devo dire che la spinta decisiva è stata la volontà di provare a confrontarmi con una narrazione della mia città che fosse più vicina alle esperienze che ho vissuto. Napoli ultimamente è stata spesso teatro di libri o fiction, eppure quasi mai riuscivo a ritrovare la realtà del territorio in cui vivo. Non si tratta di farlo meglio, ma solo di cambiare pietra angolare da cui la si osserva. Volevo raccontare la parte della città solitamente ai margini ed esclusa da qualsiasi racconto.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?
Vero, spietato, familiare.
3 – Ci puoi indicare un pregio e un difetto di Giovanni e di Vincenzo?
Una volta, in una presentazione, mi è stato detto che Giovanni è l’amico che tutti vorremmo. Potrei dire che è senz’altro vero, ma lo è fino ad un certo punto. Lui è al fianco dei suoi amici finché la sua rigida morale lo permette. Varcata la soglia che oltrepassa le sue rigidissime leggi del mare lui non è più con te. E non ti giudica per quello fai, non giudica mai. Semplicemente da quel punto in avanti sei solo. Ecco, forse se riuscisse a smussare certi spigoli e qualche volta a capire che alcune regole vanno anche infrante, vivrebbe più serenamente. Per cui, per Giovanni, il pregio e il difetto sono la stessa cosa.
Vincenzo è pieno di difetti. Se dovessi trovarne uno direi che è costantemente alla ricerca di una dipendenza. Ma è anche un uomo alla ricerca costante del sentimento che più di tutti lo atterrisce: l’amore.
4 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi il romanzo?
Sicuramente è stato abbastanza faticosa come prima esperienza. Ho dovuto trovare un mio ritmo, un mio metodo di lavoro. Tuttavia, man mano che la storia si snoda e che le cose vanno al loro posto è un’esperienza molto gratificante.
5 – Ci racconti qualcosa circa la copertina (compreso il suo titolo)?
Con Zerocalcare siamo amici da molti anni. Quando il libro era un semplice manoscritto e non avevo ancora un accordo con una casa editrice, proposi di leggerlo ad alcuni amici e amiche che sapevo fossero lettori forti, e soprattutto lettori di genere.
Zerocalcare mi inviò una mail che poi è finita sulla fascetta. In una seconda fase, quando eravamo già praticamente in editing, ho provato a chiedergli di realizzare la cover, cosa che lui non fa quasi mai. Mi ha detto subito di sì, perché lui è così, una delle persone più disponibili e generose che si possano incontrare.
Per altro, la copertina secondo me è bellissima. I tre che vanno incontro a una Napoli buia, mi sembra rappresenti molto il libro.
6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?
Io l’ho fatta e mi sono trovato molto bene. Sono partito da una sinossi e ho adattato una scaletta in cui capitolo per capitolo sviluppavo quali scene raccontare. Non so se sia il miglior metodo, di certo è stato quello che ho sentito aderire di più alla storia per come volevo raccontarla.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Nell’inverno del 2021 accompagnai la mia compagna a fare un concorso a Roma. Si trattava di un test scritto, così me ne andai in un bar e mi preparai alle mie due ore si solitudine. Mentre ero lì mi venne l’impulso di scrivere. Recuperai una penna e sul retro della tovaglietta di carta del locale scrissi un capitolo. In particolare, scrissi il capitolo in cui la nonna comincia a chiamare mezzo mondo alla ricerca di un parente che voglia morire. L’ho scritto così, in un casino pazzesco e su una tovaglietta di carta, e molti mi dicono che sia quello meglio riuscito!
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Ansioso, tifoso, passionale.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Come si evince dalla risposta precedente sono appassionato di calcio, in particolar modo della squadra della mia città. Il pensiero di dover stare cinquanta giorni senza Napoli mi atterrisce!
Ovviamente, poi c’è l’amore per la lettura che ha condizionato da sempre la mia vita privata e lavorativa. Non potrei immaginare una vita senza i libri… e senza Napoli.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Ho appena finito “Alla linea” di Ponthus, Bompiani. E devo dire che è un libro straordinario, consigliatissimo.
Biografia
Giancarlo Piacci
Nato e cresciuto a Napoli, è da anni uni dei librai di riferimento della città. I santi d’argento è il suo primo romanzo.
Ti ringrazio molto di aver partecipato all’intervista.
A presto
Gabrio