Buongiorno lettrici e lettori,
l’ospite di oggi per il momento dedicato alle interviste è Andrea Accorsi, autore del libro “Portami lontano da me” pubblicato da “Minerva Edizioni”.
Se vuoi recuperare anche la mia intervista, allora ti basta cliccare qui.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Portami lontano da me”?
L’idea prende spunto da una storia vera. Vidi una puntata delle Iene dove si narrava la vicenda di un ragazzino tossicodipendente (Natan), che veniva affidato dalla madre a Simone, un motociclista. L’idea era quella di portare Natan lontano dal suo mondo avariato, fargli vedere e vivere uno scampolo di vita nuova, una terapia del viaggio.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?
Duro, famelico e vero
3 – Ci puoi indicare un pregio e un difetto di Marte e di Andrea?
Il principale difetto di Andrea è quello di non essersi mai preso cura delle ferite del passato. Quello di Marte è di essersene preso cura nel peggiore dei modi.
4 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi il romanzo?
Tante. Essendoci una parte autobiografica è stato come andare a scandaglio dei miei dolori più profondi. Dall’altro la costruzione del personaggio di Marte mi ha scaldato il cuore.
5 – Ci racconti qualcosa del titolo?
Forse avevo bisogno in un momento particolare della vita, di scrivere questa storia. Una parte di essa era sepolta nel mio inconscio, rimaneva là nel sottoscala del mio passato e ad un certo punto ho sentito l’urgenza di farla riemergere in superficie. Forse è stato terapeutico anche per me. Ho scelto questo titolo perché rappresentava l’essenza del romanzo stesso e nella speranza che il lettore alla fine si ponga una domanda: chi porta lontano da chi?
6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?
Nessuna scaletta, al contrario di altre volte. È uscito quasi tutto di getto, infatti ho impiegato meno di tre mesi per buttare giù la prima bozza. Altri lavori sono aperti da anni nel disco rigido del mio pc, e probabilmente non si chiuderanno mai.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Avevo deciso di smettere. In quel periodo vivevo la scrittura come un’ossessione negativa che mi procurava più ansia che diletto. Mandai la prima stesura ad un concorso letterario “Il Caffè delle Arti” a Roma, con la speranza di venire definitivamente cassato. Cercavo una censura definitiva sul mio lavoro, qualcosa di ufficiale per dirmi che avevo ragione. Che era ora di farla finita con le mie storie. Vinsi a sorpresa il concorso, e il resto è storia.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Instabile, curioso e affamato della vita
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Ovviamente oltre alla scrittura e alla lettura pratico molto sport. Da ragazzo arrampicavo e la passione per la montagna è rimasta una fedele compagna di vita. Sono un ex atleta della Nazionale Italiana di ultramaratona. Gli sport di endurance hanno contribuito alla formazione del mio carattere e mi hanno permesso di viaggiare in lungo e in largo. Ho gareggiato a livello internazionale in 12 diverse nazioni. Ho appeso le scarpe da corsa da parecchi anni, ma adesso mi dedico con molta passione ai lunghi viaggi in bicicletta.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Comprato e letto: L’isola dell’infanzia di Karl Ove Knausgard. Stupendo.
Biografia
Per quanto riguarda la mia biografia: sono nato a Bologna nel 1967, vivo a Crevalcore (BO) e in alcuni periodi dell’anno a Gran Canaria. Collaboro dal 2012 con il mensile Correre, per il quale ho pubblicato oltre 200 articoli. Portami lontano da me è il mio quarto romanzo, il primo edito da Minerva Edizioni. In precedenza ho pubblicato “12 ore” (& My Book), “Fino all’ultimo fiato” (SBC Edizioni) e “Diario di un apprendista ciclosognatore” (Europa Edizioni).
Ti ringrazio molto di aver risposto alle mie domande!
Alla prossima!
Gabrio