Titolo: Questioni di sangue
Sottotitolo: Un’indagine nel cuore segreto di Napoli
Autrice: Anna Vera Viva
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Pagine: 250
Prezzo: € 16,90
Uscita: 3 marzo 2022
Recensione
“Questioni di sangue”, pubblicato da “Garzanti”, è un giallo scritto brillantemente da Anna Vera Viva. L’ho letto con assoluto piacere e mi ha catturato fin dalla prime pagine. In tal modo non ha disatteso le mie aspettative che avevo fin dalla trama.
I personaggi sono, a mio avviso, il punto forte del romanzo, in particolare padre Raffaele, che è il nuovo parroco della basilica di Santa Maria alla Santità, la sua perpetua Assuntina e Peppino il boss del quartiere.
La vicenda si movimenta man, mano che si procede nella lettura e diventa sempre più appassionante, avvincente e ricca anche di alcuni colpi di scena che l’autrice ha dosato molto bene. Il ritmo è fresco, frizzante e stimolante tanto da non annoiare mai, ma anzi ci invoglia a stare incollati alle pagine per scoprire il succedersi dei vari avvenimenti della vicenda.
Essendo un giallo e come già si intuisce dal titolo, c’è un po’ di sangue che scorre, ma niente che faccia paura o impressione; quindi, è un libro che consiglio vivamente a tutti, sia agli amanti del genere, ma specialmente a chi legge altro. Infatti qui scoprirà, con piacere, un mondo tutto nuovo e verrà conquistato dalla storia molto interessante. Inoltre si affezionerà in particolare ad Assuntina che, con il suo carattere ed il suo modo di comportarsi, oltre grazie alle sue risposte, regalerà una piacevole dose di ironia che non guasta mai, ma anzi arricchisce il romanzo. La donna è davvero in gamba, simpatica ed intelligente. Ogni volta che appare riesce a movimentare la scena e a renderla ancora più piacevole.
Un altro punto interessante, su cui si svolge “Questioni di sangue” e si dipana nel corso delle pagine, è il rapporto tra padre Raffaele e il boss Peppino, due personaggi che ricordano, secondo me, Don Camillo e Peppone, ma in questo caso hanno qualcosa in più che li lega e che verrà raccontato nel corso delle pagine.
Tutto ciò incuriosisce il lettore e lo intrattiene con una certa dose di mistero e un intreccio che conquista. La scrittura di Anna Vera Viva è assai scorrevole, semplice, gradevole e adatta a tutti. Inoltre riesce a dosare in modo abile, sia le parti più drammatiche e gialle, che quelle maggiormente ironiche e frizzantine che regalano un sorriso.
Vorrei citare, tra i vari personaggi, anche Skizzo, un ragazzo che viene coinvolto da padre Raffaele, inizialmente per tenere un corso di informatica, ma, in seguito, riuscirà a guadagnarsi maggior spazio nella storia, grazie al suo buon carattere e sicuramente conquisterà molti lettori come ha fatto con me.
“Questioni di sangue” è, a mio parere, anche un libro introspettivo che ci regala alcuni interessanti momenti di riflessione grazie specialmente alla figura di Raffaele. Personalmente ho divorato questo romanzo e sono rimasto conquistato principalmente dalla scrittura e dai personaggi. Mi sento, quindi, di consigliare la lettura a tutti perché, come ho scritto sopra, va oltre al giallo e non è cruento come alcuni libri di questo genere. Inoltre voglio fare ancora un applauso ad Assuntina e a Skizzo perché sono due personaggi indimenticabili.
Qui sotto vi propongo, per concludere, l’incipit del prologo:
“Le due volanti percorrevano via Fontanelle a sirene spente.
Da quando avevano imboccato via dei Vergini era scattato un sotterraneo passaparola e, a mano a mano che procedevano, le strade si facevano sempre più deserte. La polizia in giro per il quartiere incuteva sempre sospetto e preoccupazione. Nella seconda volante, l’assistente sociale si guardava intorno. In quei tre mesi di servizio a Napoli si era trovata a intervenire spesso sul territorio, ma quella era la prima volta che operava nella Sanità. Di quel rione conosceva solo quanto i film neorealisti avevano descritto. Ma erano ambientati quasi tutti negli anni Quaranta, e ora stentava a riconoscerne le atmosfere. Il servizio che doveva svolgere la angosciava. Togliere un bambino alla famiglia d’origine era un trauma che si rinnovava ogni volta, sebbene sapesse che, in molte situazioni, era la soluzione migliore, l’unica scelta possibile…”
Trama
Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi.
Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità.