Titolo: Siro
Autore: Francesco Vidotto
Editore: Minerva Edizioni
Pagine: 176
Prezzo: € 15,00
Uscita: Settembre 2011
Recensione
Francesco Vidotto ci propone il suo delicato e profondo libro dal titolo “Siro”, pubblicato da “Minerva Edizioni”.
Indubbiamente è un romanzo che si fa leggere con grande entusiasmo, grazie alla penna dello scrittore che risulta essere assai profonda ed intensa. Il suo stile di scrittura, infatti, incanta il lettore e lo invita anche a riflettere spesso durante il corso del romanzo.
La figura di Siro, inoltre, ha la capacità di conquistare immediatamente il lettore e di restare indelebile nella sua mente, nel suo cuore. Alcuni passaggi non lasciano assolutamente indifferenti, infatti sono talmente significativi e commoventi che provocano in noi dei sobbalzi emotivi. Ovviamente ne ho sottolineati diversi e penso che anche voi ne resterete colpiti piacevolmente.
Il romanzo è assolutamente scorrevole ed istruttivo, sicuramente lascia molto al termine della lettura. Nulla risulta banale o scritto per invogliarsi la simpatia dei lettori, ma, a mio avviso, è un libro ben narrato e fluido.
Francesco Vidotto è riuscito, con le sue dettagliate descrizioni, a rendere bene al lettore, l’idea sia di Siro, che del luogo in cui vive e si muove. Oltre a ciò, è stato in grado di farci arrivare le sensazioni, i pensieri e il mondo interiore del protagonista.
Ciò che risulta anche molto interessante è il lato umano di Siro e il grado di umanità in generale che traspare dal romanzo, inoltre è in grado di far battere il cuore grazie alle varie sensazioni ed emozioni che riesce a provocare.
“Siro” è un libro che conquista e che si legge davvero piacevolmente, inoltre riesce a far evadere dal resto della nostra quotidianità perché tutto ciò che abbiamo intorno sparisce e si viene catapultati in un altro mondo, in una località completamente diversa, specialmente per chi vive in città.
Lo scrittore riesce a farci respirare un’aria pulita e limpida, a farci passare delle ore in montagna stando comodamente seduti in poltrona. Lo stile di Francesco Vidotto è così intenso e limpido che ci fa immedesimare in ciò che leggiamo.
Gli amanti del genere e in particolare della montagna non devono perdersi questo libro perché è proprio adatto a loro.
Concludo con l’incipit:
“Faceva freddo a Tai di Cadore, lo ricordo bene. Il cielo era di ghiaccio e il vento fischiava e piegava gli abeti. Tutto il bosco mormorava. Io stavo diritto con le mani giunte e gli occhi gonfi di lacrime proprio di fronte al sepolcro di mio nonno. Era una buca scura e gelida di terra nera. Tutto attorno mucchi di neve sporca spostata dai becchini per lavorare agevolmente. Quassù le tombe si scavano ancora a braccia, con badile e piccone.
La cassa di mogano venne calata lì dentro, centimetro dopo centimetro, fino in fondo; poi le prime badilate di terra iniziarono a nasconderne il legno, poi più nulla. Solo il ricordo di un viso, delle mani, delle parole. Solo il ricordo e il sapore arido della perdita eterna, così difficile da digerire. Eravamo noi parenti e la gente del paese. Tutti stretti nei cappotti. I vecchi tenevano il cappello con la mano perché non volasse via e la testa inclinata nel vento…”
Trama
Un diario di pelle vecchio di oltre cinquant’anni con dentro una storia tutta scolorita, macchiata di vino, di sudore e ditante lacrime. Una storia dura come la pietra, terribile e dolce, tenuta segreta,celata nel silenzio della gente di paese, nascosta in un passato lontano riportato a galla per caso. Una storia d’amore e rassegnazione: la storia di Siro.
Siro è un pastore con mani callose e scarpe grosse. Vive insieme ai suoi fratelli e alla madre una vita misera all’ombra delle Dolomiti, resa ancora più difficile da un padre alcolizzato e violento. Guarda con occhi lucidi i bambini che vanno a scuola e desidera più di ogni altra cosa imparare a leggere finché, un giorno di mezza estate, la maestra Roberta gli regala un abbecedario. Siro studia lassù nei pascoli d’alta quota, in compagnia solamente del suo gregge e conosce mondi fantastici e lontani.
Il cuore gli si gonfia di curiosità e lo spirito si raffina. I suoi occhi celesti e intelligenti, un giorno di mercato, incontrano quelli di Vera. Fra loro nasce un amore di una passione profonda e travolgente. Un amore sano, unico e impossibile a causa l’ostilità violenta del padre di lei. E Siro si rassegna alla propria sorte, abbassa gli occhi, stringe forte i pugni e se ne va con le guance umide di lacrime senza immaginare quali feroci trame il destino avrebbe ordito su di lui.
Ne verrà a conoscenza un po’ per volta, inghiottendo bocconi taglienti e amari fino ad invecchiare e a guardare con stupore, dal tavolo di un’osteria, con un bicchiere di rosso stretto in mano, quale sorpresa la vita può ancora riservare. Dopo tante sconfitte e così tanto dolore, finalmente una goccia di miele, una goccia piccola, dolce e preziosa.
Una goccia soltanto che vale una vita intera.