Titolo: Il mare sottosopra
Autrice: Marie Darrieussecq
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Pagine: 170
Prezzo: € 18,00
Uscita: 19 gennaio 2021
Traduzione: Maurizia Balmelli
Recensione
Marie Darrieussecq, autrice, traduttrice e psicanalista, ci propone il suo nuovo lavoro edito “Einaudi” dal titolo “Il mare sottosopra”. All’interno troviamo una storia con protagonista una famiglia capitanata dalla madre Rose (psicologa) che con i suoi due figli parte per una crociera.
Durante il tragitto la nave accoglie dei migranti e la donna si prodiga per fare la sua parte dando una mano ad accoglierli, asciugarli e fornire loro conforto. È in questo istante che fa la conoscenza di uno di loro, Younès. Da quel momento le cose cambieranno notevolmente. Infatti, complice il cellulare del figlio Gabriel, che Rose regalerà al migrante, resterà in contatto con lui anche una volta sbarcati, ricevendo sms e chiamate. Tutto sarà come un legame tra madre e figlio, tanto che la donna si sentirà molto coinvolta e proverà le varie sensazioni che un genitore può provare verso la propria prole. Tutto si movimenterà, ma lascio a voi scoprirlo leggendo il libro.
Se da una parte “Il mare sottosopra” mi è piaciuto per vari motivi, tra cui il significato importante e costruttivo che vuole lanciare, dall’altra mi aspettavo qualcosa di più, come, per esempio, un maggior ritmo e più colpi di scena.
Sicuramente è scritto bene, scorrevole e con una penna moderna, anche a livello di terminologia, ed è tecnologicamente avanzato, sia perché il figlio Gabriel si occupa di smartphone, poiché sta scrivendo un romanzo, sia perché è, appunto, anche il cellulare, un protagonista della storia, dato che è il mezzo col quale Rose e Younès restano in contatto.
In alcuni momenti ho notato un’accelerata sul ritmo, tanto da far diventare la lettura molto coinvolgente ed interessante, mentre altre volte mi è parso, per i miei gusti, un filo più tranquillo.
Sicuramente è un libro affascinate per il tema, per il rapporto tra i protagonisti e per come si evolve. Inoltre ha anche un carica psicologica importante che ci invita a percepirla durante la lettura. Le varie azioni sono ben descritte facilitandoci, in questo modo, a capire e ad immaginare gli avvenimenti. Inoltre si ammira la tenacia e la forza di Rose, il suo altruismo verso gli altri, in particolare verso il giovane migrante che accoglie.
“Il mare sottosopra” ci dimostra che un piccolo gesto di gentilezza può fare molto e produrre qualcosa di costruttivo e di duraturo. In quanti si sarebbero comportati in modo così spontaneo ed accogliente come la donna? Chissà !
La storia è, a tratti, anche commovente ed emozionante, insegna molto al lettore e lo incita ad aprire gli occhi davanti a chi ha bisogno d’aiuto: tutto ciò è quello che ho percepito dalla lettura. Ovviamente, come sempre capita, ogni lettore, secondo la propria sensibilità ed apertura, può ricevere, da un libro, determinati messaggi anche differenti dagli altri.
Concludo con l’incipit del romanzo:
“È sua madre che l’ha convinta a fare quella crociera. Un modo per prendere il distanze. Per riflettere sul suo matrimonio, sul suo mestiere, sul trasloco imminente. Partire da sola con i bambini. Cambiare aria. Cambiare acqua. Il Mediterraneo, per una ragazza dell’Atlantico. È piatto. Un mare piccolo. Le coste sono ravvicinate. Sia ha l’impressione che l’Africa spinga di testa contro l’Europa, del resto può darsi che sia così. Un mare tettonico, destinato a chiudersi…”
Trama
Si sa, le crociere sono un po’ pacchiane, soprattutto se si viaggia a Natale, ma è un regalo di sua madre, e Rose non ha voluto rifiutare. È partita con i suoi due figli: Gabriel, che ha quindici anni e sta scrivendo di nascosto un romanzo sul suo smartphone, e la piccola Emma, che somatizza tutti i problemi che ha a scuola, ma non perde mai il buonumore. Rose è una psicologa, si è trasferita a Parigi dal sud della Francia per l’università, e poi ci è rimasta. Ora che suo marito, un agente immobiliare, è in pieno burnout, la decisione è presa. Tra qualche mese la famiglia lascerà la capitale per trasferirsi a Clèves, il paesino in cui è nata Rose.
Nel frattempo Rose si gode la vacanza nel placido mar Mediterraneo. Almeno fino all’alba della vigilia di Natale: durante la notte l’equipaggio della nave trae in salvo centinaia di migranti che su un’imbarcazione di fortuna tentavano di raggiungere le coste italiane dalla Libia. Rose presta soccorso come può a quella massa di corpi fradici stipati sottocoperta.
Tra loro c’è anche Younès, un giovane nigerino che attira la sua attenzione. Il ragazzo le chiede un cellulare, e Rose, che è una donna di buona volontà, ma anche un po’ maldestra, va a prendere quello di suo figlio e glielo regala. Rose ancora non lo sa, ma quel gesto all’apparenza insignificante cambierà per sempre i loro destini. Quando, mesi dopo, Younès si ritrova a Calais, ferito per aver tentato di raggiungere l’Inghilterra aggrappato a un camion, sa che può contare sull’aiuto di Rose (in fondo è lei la «mamma» nella rubrica).
Superando ogni timore, Rose e la sua famiglia accolgono allora Younès nella loro casa di Clèves per prestargli le cure necessarie. Durante quell’insolita convivenza, tutti rimettono qualcosa in discussione e imparano ad accettarsi e amarsi un po’ di più.
Comments
anna paola maga
penso valga la pena leggerlo