Un saluto a tutti voi,
questa settimana la protagonista dell’intervista è Vincenza Alfano, autrice del libro “Sopravvissuti” della casa editrice Alessandro Polidoro Editori.
Se volete leggere la mia recensione, potete cliccare qui.
Biografia
È nata e vive a Napoli dove insegna materie letterarie e latino. Scrive per il Corriere del Mezzogiorno. Conduce l’Officina delle parole, laboratorio di scrittura creativa. È curatrice di antologie in cento parole per L’Erudita. Ha pubblicato i romanzi “Via da Lì” (Boopen Led), “Fiction”(Photocity), “L’unica ragione” (Homo Scrivens) e il saggio “A Napoli con Maurizio de Giovanni” (Perrone). I suoi ultimi romanzi “Balla solo per me” (Perrone) e “Chiamami Iris”(L’Erudita) sono entrati nella classifica dei libri de La Lettura del Corriere della Sera del 2016 e 2018.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Sopravvissuti”?
L’idea è nata da un episodio biografico. Il racconto infatti prende avvio dall’incidente a Tarragona che vide coinvolti alcuni studenti italiani. Mio figlio si trovava in Spagna per l’Erasmus. Quella mattina, quando appresi della disgrazia, rimasi per qualche minuto schiacciata dalla notizia per il terrore che potesse essere tra le vittime. Mi sono sempre interrogata sul dolore che aveva colpito i genitori di quei ragazzi, su come sarebbe andata avanti la loro vita, dove avrebbero trovato la forza di ricominciare. “Sopravvissuti” è il tentativo di rispondere a queste domande.
2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Intenso, profondo, terapeutico.
3 – Un pregio e un difetto dei protagonisti?
La capacità di amare e di riconoscere il bisogno d’amore caratterizza positivamente Mara. Il suo difetto è l’estrema arrendevolezza, la debolezza nei confronti di Alfredo.
4 – C’è un messaggio in particolare che vorresti arrivasse ai tuoi lettori?
Credo che prima o poi siamo tutti chiamati a una prova di sopravvivenza, ma ciò che conta è non perdere la voglia di guardare il dolore dell’altro, riconoscere il suo grido di aiuto. La vita ricomincia quando ti accorgi che c’è qualcuno che ha bisogno di te e del tuo amore.
5 – Cosa hai provato mentre lo scrivevi ?
Tutti i sentimenti dei protagonisti: il dolore, l’angoscia, l’amore, la rinascita.
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
C’è già un romanzo sulla vita di Alda Merini, in uscita a marzo 2021.
7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Sensibile, forte, curiosa. Ma ce ne vorrebbero almeno una decina. Ho una personalità poliedrica e abbastanza complessa.
8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Era ormai pronto e con Cecilia Laringe, che cura in modo straordinario la comunicazione, stavamo per lanciarlo in rete. Avevamo ragionato per giorni sui relatori della prima presentazione e la data era stata fissata nell’ambito di Napoli Città Libro. Poi di colpo l’annuncio di Conte ed è cambiato tutto. Ma siamo qui a parlarne e ufficialmente il libro sarà in libreria il 29 settembre. È anche lui un sopravvissuto.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Saramago- Cecità, Grafth-Follia, Calvino-Se una notte d’inverno un viaggiatore, Starnone- Via Gemito, Erri De Luca- Il giorno prima della felicità, Gintzburg- Lessico famigliare, Dacia Maraini- Chiara d’Assisi. Tutti i classici del Novecento: Pirandello, Svevo, Kafka, Vittorini, Pavese. Sono una lettrice onnivora e compulsiva, non riesco a ridurre il mio viaggio tra i libri a pochi titoli.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
“Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” di Remo Rapino. È il Campiello di quest’anno e nella terna del Premio Napoli.
Grazie di aver risposto alle domande
Alla prossima
Gabrio