Intervista all’autore: Cristiano Ranalletta

Buongiorno lettrici e lettori.

Oggi vi propongo l’intervista a Cristiano Ranalletta, autore del libro “Il cielo sopra il Pigneto” della casa editrice “Scatole Parlanti”

Per leggere la mia recensione, potete cliccare qui.

Biografia

Cristiano Ranalletta, nasce a Roma. E’ ingegnere, ha diretto multinazionali in Europa. Ha curato contenuti per Treccani. Ha tenuto corsi in Accademie di scrittura sul posizionamento dei libri nel mercato.

Ha tenuto corsi ai master di università italiane su strategie di business e stroytelling. Eclettico, appassionato di cultura a 360 gradi. Con romanzo “Il cielo sopra il Pigneto” ha ottenuto un grande consenso di pubblico da totale outisder.

Intervista

 1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Il cielo sopra il Pigneto” ?

Come hai rilevato giustamente tu, il libro fa emergere una serie di temi: la storia d’amore, il territorio, la felicità, il modello di società, l’amicizia, gli eventi – anche banali – che possono cambiare il corso di una esistenza (l’incontro tra Federico e Roberta nasce da un “banalissimo messaggio”, oppure una semplice uscita domenicale tra il piccolo Flavio e suo padre ha cambiato per sempre le sorti di quella famiglia).

Avevo in mente tutti questi temi da tanto tempo, poi accade che mi esplosero in testa e venne fuori “Il cielo sopra il Pigneto”.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Mi piace quello che hai scritto tu a proposito del libro:  vero. Dunque sicuramente direi vero, ma anche passionale e sulla base di quello che mi dicono, avvincente.

3 – Mi potresti indicare un pregio e un difetto di Federico e di Roberta?

Federico è passionale e instabile,  Roberta è affascinante e cinica

4 – C’è un messaggio in particolare che vorresti arrivasse al lettore di questo tuo romanzo?

C’è una frase di Roth che mi piace molto, la seguente: “Accecato dalla natura spaventosamente provvisoria di ogni cosa”.

Penso che il mio romanzo possa lanciare diversi messaggi, dipende molto dalla fase della vita nella quale si trova la lettrice (il lettore).

5 – Che sensazioni hai provato mentre scrivevi il libro?

Quasi le stesse che pagina dopo pagina arrivano al lettore.  Quando Federico ironizzava, mi spuntava un sorriso.  Quando Federico stava male, anche io ero piegato in due dal suo dolore.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro

Ho in mente molti temi, ma non ho scadenze editoriali.  Quasi su ogni cosa che faccio ed in particolare sulla narrativa, le mie linee guida sono:  “Meglio un libro che lasci il segno, che dieci anonimi”.  Quando capirò che il lettore avrà bisogno visceralmente di leggere qualcosa, probabilmente io avrò lo stesso bisogno di scriverla.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Ne il Grande Gatsby, l’io narrante dice “Ognuno di noi si sospetta dotato di almeno una delle virtù cardinali, ed ecco la mia: sono una delle poche persone neste che abbia mai conosciuto” :

Sì, mi ritengo onesto,

Per il resto non ti so dire, col tempo si cambia molto.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Quando buttai giù le prime pagine in bozza le feci girare tra un paio di amiche e amici. Mi colpiva l’avidità con la quale leggevano e chiedevano altro. Arrivavano domande puntuali. Capii che stavo creando qualcosa di avvincente.   Cioè mentre il far girare le bozze è cosa normale, l’avidità con la quale leggevano era anomala.

Carlo, un mio amico era in viaggio d’affari e appena scese dall’aereo  mi chiamò entusiasta.  Aveva sottolineato le bozze.

Gli aneddoti più significativi sono stati quelli di post pubblicazione.  Gli infiniti messaggi che mi arrivano, i cortocircuiti empatici.  Il romanzo mi ha consentito di fare il mio primo corso di scrittura, le cose andarono così: la direttrice di una accademia di scrittura lesse il libro e mi contattò su Instagram per propormi la docenza.  Tra gli studenti c’era la direttrice di un importante festival culturale. Eh sì, a settembre parteciperò a questo festival.

L’altro aspetto è il rapporto con le librerie: proprietari e direttori di catene mi chiamano per dirmi che sono finite di nuove le copie e per farmi i complimenti.

Molto bello.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Mi piace molto Philip Roth sia nelle sue storie fattuali (Nemesi) che in quelle cogitative (alcune parti di Everyman, per esempio), alcuni di Murakami mi sono piaciuti molto. Pensando al nostro paese, anni fa apprezzavo molto Ammaniti (in tal caso, lo apprezzavo soprattutto dal punto di vista entertainement)

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

La macchia umana di Roth

Grazie di aver partecipato all’intervista

Alla prossima

Gabrio

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