Titolo: Qualcosa inventeremo
Autore: Simone Rocchi
Editore: Edizioni Effetto
Pagine: 229
Prezzo: € 15,00
Uscita: 15 aprile 2019
Recensione
“Qualcosa inventeremo” scritto da Simone Rocchi è, indubbiamente, un libro strano e particolare. Inizialmente mi ha lasciato un po’ basito e non mi ha conquistato, anzi ho fatto sinceramente fatica ad entrare nella storia, ma non ho mollato anche perché ha il potere di incuriosire il lettore.
Infatti, attratto dalla stranezza di ciò che leggevo, sono arrivato ad un certo punto in cui mi sono sentito elettrizzato perché ho cominciato a capire e ad apprezzare sia la scrittura dell’autore, sia ciò che si snodava tra le pagine. La storia infatti ha come protagonista Giacomo, Jack, che è una persona comunissima, che trascorre una vita assai normale, al limite della noia e della monotonia fino al momento in cui riceve strani bigliettini.
Oltre a lui un altro personaggio importante è sicuramente Roberto col quale ci dimostra l’importanza dell’amicizia, un tema che rientra anche nella storia.
Ad un certo momento il ritmo si fa più vivo, più acceso e con esso anche la mia attenzione e la voglia di scoprire, di procedere spedito nella lettura.
“Qualcosa inventeremo” è un romanzo con un mistero al suo interno che ci permette di tenere sveglia la nostra attenzione e la voglia di scoprire che cosa si nasconda dietro anche ad una importante somma di denaro ed alla figura di una ragazza che appare nella vita di Jack.
Se nei primi capitoli non mi sono appassionato, devo invece ammettere che, man mano che procedevo, il mio interesse per l’avventura del protagonista aumentava.
Avrei gradito, forse, un maggior numero di colpi di scena e più adrenalina, ma tutto ciò è un mio gusto personale, perché comunque tutto scorre molto bene ed è avvincente nella sua stranezza. Infatti il lettore penso che spesso si chiederà se davvero ciò possa essere reale o no. Per tutto il tempo il dubbio si è fatto strada dentro di me circa la particolare vicenda narrata da Simone Rocchi.
Jack, sicuramente, a volte, può lasciare un po’ perplessi col suo modo di comportarsi, ma ciò lo rende molto umano, fa anche un po’ tenerezza e, in alcuni casi, mi è sembrato con la testa tra le nuvole, seppure poi si risveglia ed agisce.
Durante la lettura qualche sorriso nasce sulle labbra, un filo di tensione capita ogni tanto. Molto è lineare come la scrittura dell’autore, senza fronzoli, né colpi di scena particolari, ma riesce comunque, con la sua particolarità, secondo me, ad intrattenere il lettore, forse anche per la stranezza del romanzo.
Tra i temi che meritano di essere citati c’è il destino che occupa assolutamente un ruolo importante all’interno di questo libro. Altro punto è la felicità, della quale pare che Jack abbia paura, ma che comunque resta, anche per tutti noi, un interrogativo aperto.
Ci sono passaggi che ci invitano a fermarci e a riflettere, specialmente nella prima metà del romanzo. Qui sotto ve ne riporto uno:
“E la mia colpa più grande è quella di aver sempre saputo che le parole possiedono un potere enorme, di cui abbiamo prova ogni sacrosanto giorno: sprechiamo fiumi di energie per scusarci degli errori o dei comportamenti sopra le righe, ma è molto più difficile, quando non impossibile, farsi perdonare per qualcosa che abbiamo detto, anche solo per effetto di un violento attacco di rabbia…
Perché non riesco a essere come tutte le altre persone che invece di mettere in fila parole per convincere gli altri che il mondo è migliore di come lo vedono si rimboccano le maniche e si buttano in qualcosa di coinvolgente o costruttivo?”
“Qualcosa inventeremo” di Simone Rocchi è un libro che potrebbe piacervi se cercate una lettura diversa, originale ed anche un po’ strana che, comunque, è in grado di stupirvi e di incuriosirvi grazie ad un pizzico di mistero che tiene in balia per tutto il tempo. Anche i personaggi sono particolari nella loro semplicità e ciò trovo sia un punto positivo perché ci permettono di avvicinarci a loro e, magari, di farci sentire un filo migliori.
Trama
Giacomo “Jack”Alighieri ha una routine collaudata che non ha alcuna voglia di cambiare, così come non ha voglia di fare molte cose. Giorno dopo giorno la sua vita comincia con la sveglia nel suo bilocale, continua per otto ore in un ufficio e si conclude la sera al BarCellona, tra nostalgici degli anni Ottanta, idraulici amanti del teatro, personaggi muti o solo silenziosi, birra e vino bianco.
E narrazioni fantasiose al bancone del bar, che lo vede di volta in volta cantastorie o imbonitore, truffatore della realtà o suo archivista. Avrebbe potuto continuare così per sempre, magari aggiungendo ogni tanto un’uscita con l’amico storico, ma una serie di bigliettini di cartone lasciati sul tavolo della cucina del suo appartamento cambia tutto. Poche parole scritte con una grafia che odora di femmina e di avventura, un luogo e un orario.
Un appuntamento con il destino, ma di chi?