Il sentiero dei figli orfani

Titolo: Il sentiero dei figli orfani

Autore: Giovanni Capurso

Editore: Alter Ego

Collana: Specchi

Pagine: 201

Prezzo: € 14,00

Uscita: 24 maggio 2019

Recensione

“Ognuno di noi è simile a quelle stelle, deve affrontare la sua solitudine specchiandosi nel riflesso altrui”

Queste parole, che trovo molto profonde e significative, sono presenti sulla quarta di copertina del libro “Il sentiero dei figli orfani” scritto da Giovanni Capurso.

La storia ruota intorno a diversi personaggi, molti dei quali fanno parte di una stessa famiglia. Ognuno ha i propri pregi e difetti che il lettore scopre pagina, dopo pagina. Ma è il protagonista, di nome Savino, che principalmente ci colpirà e attirerà la nostra attenzione.

Questo romanzo è avvincente e ricco di scene di vario genere. Inoltre sono molti gli argomenti che vengono trattati. Infatti, nei vari capitoli, l’autore parla di calcio, di musica, di religione, di amicizia, di famiglia, di amore. Mi sono piaciute molto pure le descrizioni ed in particolare il rapporto, anche burrascoso, tra Savino e suo fratello Aldo, due personaggi da tenere d’occhio durante la lettura.

“Con Aldo dovevo condividere una camera non troppo grande e alcuni spazi al suo interno come la scrivania e l’armadio. I nostri litigi erano più che altro dei duelli a distanza o dei singolari giochi d’astuzia. Anche quella volta, nonostante l’invito a moderarsi, volle sottolineare la mia sbadataggine, perché lasciavo le mie cose sparse dappertutto e quella mattina avevo dimenticato il vasetto di cioccolata aperto…”

 Altri due protagonisti, che non passano inosservati, sono sicuramente Anguilla e Adamo che movimentano parecchio, con le loro azioni, tutta la storia e quindi anche la vita di Savino.

Quest’ultimo, capitolo dopo capitolo, crescerà molto, maturerà e avrà modo di riflettere assai sulla sua esistenza, tra cui sull’amicizia e sull’amore. Infatti sarà poi in grado di prendere decisioni molto importanti per il suo futuro. Nella sua vita entrerà, per un certo momento, anche la bella Miriam, che porterà gioie e dolori. Infine vi segnalo altri familiari del giovane e cioè il padre Michele e lo zio Gaetano.

“Il sentiero dei figli orfani”, come potete notare, è veramente ricco di personaggi che rendono movimentata e viva tutta la storia. Non mancano alcune scene anche tristi che ci commuovono, ma come si dice, fanno parte della vita, oltre ad un certo velo di mistero che avvolge tutta la vicenda.

A mio parere il personaggio di Savino è molto interessante per diversi motivi. Prima di tutto per la sua umanità, per il suo carattere limpido, ma allo stesso tempo malinconico. Egli cerca di farsi spazio nella vita e di restare in piedi nonostante tutte le avversità che si trova ad affrontare, non senza provare, secondo me, una certa dose di nostalgia

“Il sentiero degli figli orfani” già dal titolo, trasmette emozioni a tutto tondo e queste arrivano molto bene a noi lettori. Ho apprezzato maggiormente la seconda parte del libro. Infatti ad un tratto il romanzo, per mio gusto personale, mi è parso molto più intenso, poetico e profondo. Mi ha coinvolto di più e anche commosso. Ho avuto quasi l’impressione che l’autore abbia dato il meglio verso la fine del libro perché proprio lì mi ha suscitato emozioni più forti.

La scrittura Giovanni Capurso mi è parsa ben curata, a tratti delicata e spesso poetica, infatti alcuni passaggi mi sono sembrati profondi oltre ad invogliarmi a riflettere su determinate scelte e comportamenti.

Mi ha fatto piacere leggere questo romanzo, perché è stato in grado di intrattenermi, incuriosirmi e provocare in me emozioni di vario genere. Lo consiglio a chi desidera una storia familiare intensa, ma che non si ferma solo all’interno delle mura di casa.

Trama

In un’estate torbida agli inizi degli anni Novanta, il giovane Savino si affaccia all’età acerba dell’adolescenza come si affrontano i sentieri in salita del suo paese, San Fele, in Lucania, tanto in alto che gli altri sembrano “presepi accartocciati”.

Da “principiante della vita”, scruta senza troppa curiosità il carattere malinconico del padre Michele, quello un po’ bizzarro dello zio Gaetano, da cui ha ereditato il “demone del dubbio”, e si lascia rasserenare dai modi placidi della madre Carmela; un ménage familiare, il suo, animato da duelli verbali con il fratello Aldo, dal ricordo di antenati sconosciuti e dalle scorribande con Radu, detto Anguilla.

L’idillio verrà spezzato dalla frequentazione di Adamo, forestiero con alle spalle una figlia perduta e il buio della galera, che concretizzerà un processo di crescita assieme all’infatuazione per la bella Miriam, ragazza di città audace solo in apparenza. Su uno sfondo pietroso ma vivido, si apre uno scorcio di vita che è quella degli orfani della Lucania, di coloro, cioè – e Savino non farà eccezione – che dopo un’adolescenza passata a chiedersi cosa sia il futuro lasciano la propria terra ma non abbandonano le loro radici.

 

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