Intervista all’autore: Monica Coppola

Ciao a lettrici e lettori,

per il momento dell’intervista vi propongo quella a Monica Coppola, autrice del libro “La misura imperfetta del tempo” edito “Las Vegas Edizioni”

Per leggere la mia recensione potete cliccare qui.

Biografia

Monica Coppola è nata a Torino. Svezzata a taralli pugliesi e cous cous, è cresciuta tra mercati rionali,cortili di periferia e tute blu stese ad asciugare.

Ha sempre cercato storie: l’ultima è diventata il romanzo “La misura imperfetta del tempo” ( Las Vegas edizioni).

Secondo fonti certe, appartiene alla famosa Generazione X che ha inaugurato l’era di Internet.

Lei però il primo PC l’ha comprato a rate a ventiquattro anni, quando il relatore le ha detto che era spiacente, ma la tesi di laurea scritta a penna non la poteva consegnare.

Ci tiene a sottolineare che possedeva una macchina da scrivere Olivetti già da adolescente. (Poi l’ha venduta perché c’è sempre un momento nella vita in cui qualche cazzata la devi fare).

Al termine della I-Generation ha pubblicato Viola, vertigini e vaniglia (Booksalad): la protagonista è allergica alla vaniglia ma se la ritrova dappertutto. A lei capita lo stesso con le acciughe.

Ha una dipendenza ossessivo compulsiva per i corsi di scrittura: vorrebbe farli TUTTI.

Per demotivarla nell’ultimo le hanno messo acciughe ovunque. Inclusa un’insalata di barbabietole, che già da sola funzionava benissimo.

Non è servito. Si iscriverà e scriverà ancora.

Lo ha fatto anche per Carie, Repubblica- L’espresso e per il blog di Vanity fair.

(La fotografa è Paola Mantino)

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “La misura imperfetta del tempo”?

La prima ispirazione è arrivata da un murale, visto in periferia: il volto abbozzato di una ragazza, una breve dedica accanto. Il resto lo hanno fatto le scritte sui muri che cambiavano colore, tono e dimensione in base al contenuto. Ho pensato all’impatto che potevano avere quelle dichiarazioni cubitali d’amore o di rabbia, a come poteva percepirle chi se le sentiva “colare” addosso, una ad una, magari insieme ad altri giudizi.

Quante storie c’erano dietro quelle scritte?

Io ho scelto di raccontarne una e così è nata La misura imperfetta del tempo.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Delicato, profondo, ironico.

3 – Un pregio e un difetto di Mia, di Zita e di Lara?

Mia è molto legata alla famiglia. E, proprio per questo, riuscirà a superare rabbia e rancore per accogliere anche chi è le ha causato sofferenza.

Zita è senza dubbio la più spensierata delle tre ma a volte agisce con superficialità, senza pensare all’impatto che le sue scelte potrebbero avere su chi le sta intorno.

Anche Lara può apparire egocentrica e menefreghista. In realtà anche lei ha le sue fragilità ma, a differenza di Mia, non si piange addosso: va avanti spedita e le calpesta con i tacchi per far finta che non esistano. Anche se a volte, quando meno se lo aspetta, ci inciampa sopra…

4 – In quale delle tre protagoniste assomigli di più caratterialmente?

Ho alcuni tratti di ciascuna delle tre: l’ironia di Zita, la tenacia di Lara e poi sì, anche un po’ dell’incazzatura di Mia, che ogni tanto è liberatoria 😉

5 – Quali emozioni, sensazioni hai provato mentre lo scrivevi?

 Molte e tutte diverse: ho vissuto il senso d’impotenza di Mia, la forza devastante di quella rabbia che le mordeva la vitalità. Mentre raccontavo la sua storia, sentivo quell’apatia, la desolata rassegnazione nei confronti di una vita che andava avanti da sola, come voleva, senza che lei potesse farci niente.

Sono stata anche accanto a Lara e, dietro la sua apparente perfezione, ho percepito il dolore silenzioso: il peso estenuante di una verità che non si può rivelare a nessuno, anche per la paura di non essere creduta. Ho compreso, grazie a lei, quanto male può fare un giudizio che ti viene appiccicato addosso; un’ etichetta che, se ti scivola sottopelle, ti macchia l’esistenza in modo indelebile.

E poi mi sono divertita anche a indossare i panni di Zita, a sperimentare la sua allegra frivolezza, quel suo fare tutto ciò che le passava per la testa, libera da ogni convenzione.

E’ stato un viaggio emotivamente intenso 🙂

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

 A maggio uscirà in anteprima una raccolta di tre racconti con altre due autrici. Sto lavorando a un paio di nuovi progetti: incrociamo le dita 😉

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Creativa: la fantasia è il mio ossigeno e anche il motore di ogni storia.

Curiosa: sono sempre alla ricerca di stimoli nuovi, soprattutto nel mondo letterario: libri, corsi, concorsi, esperienze. Tutto è prezioso.

Determinata: mi piace raggiungere i miei obiettivi. Magari ci metto un po’ a capire quali sono, ma quando li trovo, ce la metto tutta per non perderli di vista.

8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Ti racconto la metamorfosi del titolo che, nella prima stesura era “Fuori tempo”.

Poi è cambiato diventando “Sottovuoto”: mi piaceva il richiamo alle vite compresse, quasi senza ossigeno, in cui sembrano muoversi le tre protagoniste.

Ma richiamava un contesto troppo alimentare e così, dopo una serie di mail con Las Vegas e il

direttore creativo Davide Bacchilega, abbiamo trovato La Misura imperfetta del tempo, che è davvero adatto alla storia.

E’ piaciuto talmente tanto che, diversi mesi dopo l’uscita del mio romanzo, ne è uscito un altro, grande autore e grande casa editrice, con un titolo molto, molto simile: manca solo un aggettivo.

Ma sicuramente sarà una coincidenza, vero? 😉

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

 Ho amato moltissimo Patria di Aramburu. L’ho letto mentre lavoravo alla stesura del romanzo. Apprezzo molto anche Ameliè Nothomb, Stupore e tremori è tra i miei preferiti.

Ma sono una lettrice onnivora, spazio tra diversi autori: Strout, Neuman per i racconti.

E non so resistere alla penna di Alice Basso.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

 Ho appena comprato “La Vergogna” di Annie Ernaux e sto leggendo Il Centodelitti di Scerbanenco.

Ti ringrazio molto di aver partecipato all’intervista

ciao!

Gabrio

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