Titolo: A Stoccolma. Da August Strindberg a Stieg Larsson
Autore: Andrea Berardini
Editore: Giulio Perrone
Collana: Passaggi di dogana
Pagine: 182
Prezzo: € 15,00
Uscita: 23 gennaio 2020
Recensione
Amanti di Stoccolma questo è il libro che fa per voi. Infatti l’autore Andrea Berardini è molto preparato (ha studiato Lingua e letteratura svedese ed in seguito ha conseguito un dottorato in Letterature comparate. Inoltre è traduttore dallo svedese) e ci propone un volume tutto incentrato proprio su questo mitico ed interessante posto.
In quarta di copertina: “Accogliente e altera, elegante e sordida, ordinata e tetra: Stoccolma”
A differenza degli altri libri della stessa collana “Passaggi di dogana”, qui ho riscontrato, secondo me, molta più storia e ricchezza di dettagli ed informazioni. Quindi se da una parte può attirare maggiormente gli appassionati dell’argomento, dall’altra, invece, allontana chi cerca magari qualcosa di più easy.
Sicuramente è una lettura molto interessante e costruttiva. Vi propongo il sommario in modo tale che possiate farvi un’idea e, magari, per incuriosirvi ed invogliarvi a leggerlo.
– Arrivando: uno sguardo a Stoccolma nel tempo e nello spazio.
– La Stoccolma che era: dal Sala rossa alla Torre blu, e un omicidio a Kungsträdgården
– Stoccolma che cambia: dai bohémien di Klara ai vampiri di Blackeberg
– Stoccolma scena del crimine: l’ordine, il caos, e il primo ministro che morì due volte
– L’arcipelago: fuori Stoccolma, verso il mare (e il lago)
Le ultime due parti del libro, invece, sono occupate da due sezioni molto gustose, curiose ed utilissime. Infatti troviamo:
– informazioni pratiche: come e quando arrivare, come muoversi e cosa vedere
– Riferimenti (e consigli) bibliografici: questa è l’utilissima parte per chi ha il desiderio di approfondire l’argomento. Infatti per ogni capitolo del libro sono indicate ricche informazioni e varie precisazioni.
Inoltre vi segnalo una chicca: ogni capitolo è aperto da una particolare e specifica citazione.
Andrea Berardini, all’inizio del libro, ci tiene a precisare, giustamente, un paio di punti.
Primo che “A Stoccolma” lo ha scritto per quelli che non ci sono mai stati e per aiutarli ad intravederla . Secondo che, ovviamente, non è una guida turistica e nemmeno un saggio sulla raffigurazione dell’ambiente metropolitano nella letteratura svedese. È una passeggiata tra strade e pagine che ritiene meritino una visita, ed è una passeggiata tutt’altro che esaustiva.
Come tutti i libri della collana “Passaggi di dogana”, anche questo è, a mio avviso, un gioiellino che arricchisce chi lo legge. Ovviamente consiglio la lettura di “A Stoccolma” sia a chi è innamorato del posto, ma assolutamente a chi ha in programma di andarci in vacanza. Inoltre a coloro che già ci sono stati perché, in questo modo, hanno la possibilità di far riaffiorare i propri ricordi di quando hanno visitato Stoccolma, rivivendo, attraverso i vari capitoli, dei momenti magici ed particolari.
Qui sotto vi propongo un passaggio
“Quello che voglio dire è: Stoccolma alla fortuna di poter mostrare un volto splendido a chi abbia troppa fretta per soffermarsi e fare domande; si scatta qualche foto si torna a casa innamorati e contenti. Stoccolma ha però anche una sfortuna: che molti dei suoi scrittori, di questo viso immacolato, non sanno che farsene, e raccontano pure il resto, e talvolta hanno persino l’ardire di diventare bestseller internazionali descrivendone le periferie più sconsolate.”
Trama
Accogliente e altera, elegante e sordida, ordinata e tetra: Stoccolma, nelle pagine degli scrittori che l’hanno amata e odiata, ha volti diversi quanto l’estate e l’inverno del Nord. Soprattutto, ha tante storie da offrire. Dai vicoli bui della Città Vecchia alla distesa d’acqua e verde dell’arcipelago, da August Strindberg a Stieg Larsson passando per Selma Lagerlöf e Tomas Tranströmer, queste passeggiate per la Stoccolma letteraria sono un invito a scoprire una città che vive di terra e di mare, e di presente e passato, dove ci si può ritrovare ad assistere all’omicidio di un primo ministro, per poi, pochi passi più in là, fermarsi a sognare ancora di sirene avvolte in pelle di foca o fare amicizia con un vampiro bambino.