Titolo: Il museo delle promesse infrante
Autore: Elizabeth Buchan
Editore: Editrice Nord
Pagine: 392
Prezzo: € 18,60
Uscita: 9 gennaio 2020
Traduzione: Valentina Zaffagnini
Recensione
“Il museo delle promesse infrante” è stata la lettura di gennaio del gruppo #ragazzitralepagine nato su instagram. Siamo otto persone ed ogni mese leggiamo venti o venticinque pagine al giorno, recensiamo, commentiamo e coinvolgiamo i followers sul social. Per partecipare vi basta procurarvi il libro del mese e seguirci, taggando almeno uno di noi e usare #ragazzitralepagine.
Per quanto riguarda il mio parere su questo libro, devo ammettere che il titolo allettante, la copertina meravigliosa e la trama molto interessante, avevano creato in me alte aspettative.
I primi capitoli, però, mi hanno lasciato perplesso, ma come sappiamo non sempre si riesce ad entrare subito nella storia, occorre leggere un po’ di pagine. Ad un certo punto, quando finalmente sono arrivato alla parte del museo, mi sono risvegliato dal torpore e mi sono sentito coinvolto. Peccato che questo interesse verso il romanzo sia durato poco, infatti poi è tornata la parte che non mi ha destato particolare attenzione, né entusiasmo.
Il libro è diviso in capitoli che si alternano. Alcuni riguardano il passato e narrano molto di eventi storici ed io, non essendo del tutto appassionato a questo genere, non mi sono sentito coinvolto.
Quando invece gli altri capitoli mi facevano ritornare al museo, allora mi aumentava la voglia della lettura e il mio interesse cresceva. Ciò anche perché l’ idea di un luogo dove raccogliere e conservare tutti gli oggetti delle promesse infrante, trovo sia veramente originale e carina.
Indubbiamente è un libro che va molto a gusto personale. Se amate la storia vi consiglio assolutamente questo romanzo perché ci sono diversi passaggi molto dettagliati e ricchi di informazioni riguardanti il periodo storico narrato.
Elizabeth Buchan sa sicuramente scrivere bene, ma a volte eccede, a mio avviso, in alcuni passaggi, dilungandosi troppo e non riuscendo a scaldare il cuore del lettore. Inoltre ho trovato che la sua ottima idea del museo se la sia “giocata” male, ha sprecato questa novità interessante e coinvolgente, perché, secondo me, questa parte è diventata come di secondo piano e non ha avuto, invece, il giusto e meritato spazio che credevo inizialmente.
Ho avuto spesso la sensazione che uscisse dai binari per poi cercare di rientrare. Inoltre ho trovato un po’ troppa “carne al fuoco” che mi ha reso la lettura un po’ pesante.
Tutto ciò è, ovviamente, solo il mio pensiero sincero e schietto, infatti, confrontandomi con altri lettori che ci hanno seguito durante la lettura del libro, ho scoperto che a molti è piaciuto. Va ovviamente a gusti ed il fatto che io fossi partito con alte aspettative è stato poi destabilizzante non trovare del tutto, all’interno delle pagine, ciò che mi ero immaginato.
“Il museo delle promesse infrante” è comunque una storia originale, avvincente ed appassionante per quanto riguarda la parte narrata all’interno del museo, alla quale, ripeto, avrei dato maggior spazio. In quel luogo si respira aria di vita, di delusioni, di emozioni vissute e poi perse.
Entrando nelle varie stanze si viene coinvolti da un turbine di sensazioni che ci avvolge e ci dimostra come la vita sia imprevedibile, di come a volte sia fatta di attimi, di momenti che vanno vissuti al massimo perché non sempre durano.
A proposito di promesse, troviamo un passaggio in cui è scritto:
“Ogni mese le richieste aumentano….“
“Interessante. Credi che sia così perché le promesse vengono infrante con sempre maggior facilità? O perché è più difficile mantenerle?”
In copertina si legge infatti:
“Entra in questo museo. Scopri il tuo passato”.
In quarta di copertina:
“Qui non sono esposti né quadri né statue. Questo museo esiste per conservare e trasmettere qualcosa di più prezioso: le nostre emozioni”
Trama
Esiste un museo, a Parigi, dove non sono custoditi né quadri né statue. In questo museo si conservano emozioni: ogni oggetto – un vecchio telefono, una scarpetta bianca, un biglietto del treno – è infatti il segno concreto di un amore perduto, di una fiducia svanita, di una perdita. Cimeli donati da chi vorrebbe liberarsi dei rimorsi e andare avanti. Come la curatrice, Laure, che ha creato il Museo delle Promesse Infrante per conservare il suo ricordo più doloroso: quello della notte in cui ha dovuto dire addio al suo vero amore.
Quando Laure lascia la Francia e arriva a Praga, nell’estate del 1986, ha l’impressione di essere stata catapultata in un mondo in cui i colori sono meno vivaci, le voci meno squillanti, le risate meno sincere. Poi capisce: lì, la gente è stata costretta a dimenticare cosa sia la libertà. Eppure qualcuno non si rassegna.
Come l’affascinante Tomas, incontrato per caso a uno spettacolo di marionette. Per lui, Laure è pronta a mentire, lottare, tradire. Ma ancora non sa di cosa è capace il regime, né fin dove lei dovrà spingersi per salvarsi la vita. Laure si è pentita amaramente della scelta che ha dovuto compiere tanti anni prima ed è convinta che non avrà mai l’occasione per sistemare le cose.
Eppure ben presto scoprirà che il Museo delle Promesse Infrante è un luogo in cui le storie prendono nuovo slancio, spiccano il volo verso mete inaspettate. E magari ricuciono i fili strappati dal destino. Come quelli che la legano a un uomo che aspetta solo un cenno per mantenere la sua promessa…