Titolo: Ai sopravvissuti spareremo ancora
Autore: Claudio Lagomarsini
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pagine: 206
Prezzo: € 10,00 in offerta fino al 29/02 poi € 16,00
Uscita: 23 gennaio 2020
Recensione
“Ai sopravvissuti spareremo ancora” è il primo romanzo di Claudio Lagomarsini ed è una storia profonda, un viaggio nei ricordi del passato di una famiglia.
Tutto ha inizio con il ritorno del protagonista nel paese in cui è nato. Ciò accade per la vendita della casa di famiglia. Ed è proprio qui che avviene la narrazione, grazie al ritrovamento di alcuni quaderni, ben cinque, scritti dal fratello Marcello diversi anni prima.
La lettura di questi scritti provoca dolorose scoperte e tristi ricordi. Infatti danno vita a un tuffo nel passato che segnerà il ragazzo in modo significativo.
La scrittura dell’autore è indubbiamente molto schietta, profonda ed incide nei ricordi come con un bisturi. Alcuni passaggi sono anche forti e colpiscono il lettore.
Tutto è ben confezionato, calibrato. A volte si respira, a mio parere, molta freddezza, difficoltà di vivere e una tensione che sembra debba esplodere da un momento all’altro.
Seppure la storia scorra abbastanza bene, non è stato un libro che ho letto tutto di un fiato, perché ho preferito fermarmi per riflettere sui diversi passaggi, per soppesare le varie parole ed immaginare le scene descritte.
Nei quaderni si trovano racconti del passato, avvenimenti veri accaduti anni prima e che colpiscono il ragazzo. Scopre, in questo modo, tanti segreti finora nascosti, i pensieri di Marcello ed inoltre racconti di vario genere che alimentano la memoria. Risultano tanti, quindi, i ritorni al passato elaborati dalla mente. Tutto ciò provoca dolore sia nel fratello che li legge, sia in noi che seguiamo con tensione e con un pizzico di angoscia. Gli argomenti affrontati sono a volte forti, molto seri e portano alla luce anche la cattiveria umana.
I personaggi che animano la storia sono rappresentati e descritti magistralmente. Tutti, infatti, sono ben caratterizzati e di spessore. Marcello è, indubbiamente il punto forte del libro. Egli è un ragazzo dalle mille sfaccettature e la sua presenza risulta molto importante per ciò che trasmette col suo modo di pensare, di affrontare la vita. Tutto questo lo mette nero su bianco e si percepisce il suo stato interiore carico di emozioni di vario genere che arrivano a conquistare non soltanto suo fratello, ma anche il lettore.
La storia è cupa, triste e non lascia indifferenti. Una volta chiuso il libro si ha addosso un senso di amarezza. Seppure sia ben scritto e con una storia valida ed originale, non è un libro per tutti perché provoca forti e particolari stati d’animo che possono creare quel velo di tristezza al lettore.
Ma se si ha il desiderio di leggere una storia nuova e potente, allora “Ai sopravvissuti spareremo ancora” è sicuramente la scelta giusta perché vi regalerà molto materiale su cui riflettere e vi conquisterà con i suoi vari segreti, tenuti fino ad allora nascosti, che verranno allo scoperto.
Concludo con ciò che si legge in quarta di copertina:
“Da un po’ di tempo, un avvocato che arringa nel mio tribunale notturno ripete la stessa solfa. L’assassino, sostiene lui, non è nessuno di noi. E’ l’intonaco color pesca, la siepe del pitosforo, il ghiaino bianco delle nostre case. Sono le taccole in umido che abbiamo mangiato, i racconti piccanti che ci siamo scambiati e l’aria che abbiamo respirato. Presi da soli, sono tutti ingredienti innocui, vagamente pittoreschi. Insieme hanno creato una miscela di cui nessuno poteva sospettare il potenziale esplosivo”
Trama
Una “tragedia della porta accanto” dai toni alti e trasfigurati. Il ritratto lucido e impietoso di un mondo al tramonto visto con gli occhi di un ragazzo, impotente di fronte alla realtà in cui si trova a vivere. Un giovane è costretto a tornare nel paese d’origine per vendere la casa di famiglia: è un ritorno doloroso così come lo è il ritrovamento di cinque quaderni scritti molti anni prima dal fratello maggiore Marcello.
Leggendoli per la prima volta, il ragazzo, ormai uomo, ripensa all’estate del 2002 quando i due fratelli vivevano ancora insieme, con la madre e il compagno della donna, soprannominato Wayne. La loro casa era stretta tra quella della nonna materna e quella di un uomo, soprannominato il Tordo.
Nei quaderni, Marcello racconta molte cose di quell’estate: le cene all’aperto, le discussioni furibonde tra il Tordo e Wayne, la relazione amorosa tra la nonna e il Tordo, il rapporto conflittuale tra la madre e la nonna. Fra i vari episodi riportati nel diario, uno in particolare sarà quello che scatenerà la serie di eventi che porteranno all’inaspettato e drammatico epilogo.
Con uno stile calibrato e una lingua che mescola tratti eleganti a termini più colloquiali, Claudio Lagomarsini riesce a svelare il crepuscolo di un mondo patriarcale, sessista e arretrato, fotografando dall’interno una società destinata a sparire, eppure ancora così rappresentativa del nostro Paese.
Tra cene in cortile, litigi per un orto e comportamenti retrogradi, “Ai sopravvissuti spareremo ancora” racconta la quotidianità di un ambiente provinciale piccolo e meschino e l’angoscia di chi con questa quotidianità non riesce più ad avere a che fare. L’attaccamento ai confini della proprietà privata e l’atmosfera oppressiva del nucleo abitato al centro della storia sono il cuore di questo romanzo d’esordio che affronta il dramma di un ragazzo che, pur dotato di un’acuta sensibilità, nulla potrà contro la grettezza e la distanza della famiglia che gli è toccata in sorte.