Titolo: Le voci delle betulle
Autore: Eloisa Donadelli
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine: 291
Prezzo: € 16,90
Uscita: 5 giugno 2018
Recensione
“Le voci delle betulle” è l’esordio letterario di Eloisa Donadelli e narra una delicata storia con protagonista una ragazza di nome Bernadette, all’interno del romanzo ci viene spiegato il motivo del suo nome.
Vi segnalo subito la particolarità, a mio avviso, dei titoli di ogni capitolo che mi hanno trasmesso qualcosa di magico, a volte di poetico, per esempio “Amabili suoni”, “Idroterapia per l’anima”e “Cuore in mano”. Penso sia la prima volta che vengo catturato dai titoli così intensamente, tanto da invogliarmi ulteriormente a leggere i capitoli per scoprire la motivazione di tale scelta.
La lettura, indubbiamente, scorre bene, a volte ci avvolge con dei delicati passaggi e la scrittura incisiva, carica di pathos riesce a trasmetterci ed a farci provare varie emozioni.
È sicuramente un libro che ci permette di staccare per un po’ dalla vita frenetica e di farci rilassare, infatti, infonde una certa dose di tranquillità, a volte forse leggermente troppa, ma comunque fa stare bene.
I temi affrontati sono diversi e ciò permette, per esempio, a chi ama la natura (che è una delle protagoniste del romanzo), la musica, le proprie radici ed una scrittura poetica, di appassionarsi alla storia.
Oltre a tutto ciò vanno segnalati i vari legami che si incontrano tra le pagine e la voglia di Bernadette di reagire, guardandosi dentro, per tornare a galla e vivere finalmente una vera esistenza.
L’autrice è brava nelle varie descrizioni, tanto da farci immaginare e coinvolgerci nelle varie scene, anche a livello di udito, di olfatto e di vista.
La narrazione prosegue con toni pacati e si percepisce la forte sensibilità di Eloisa Donadelli, o almeno a me è arrivata e spero che potrete coglierla anche voi, grazie anche ai diversi passaggi gradevoli ed appassionanti.
“Le voci delle betulle” è adatto e consigliato, secondo me, a chi vuole leggere qualcosa che gli trasmetta pace e tranquillità, a chi vuole passare delle ore veramente in modo piacevole e svagare la mente, entrando, a volte, in un’altra dimensione, in un mondo fatato, come è accaduto a me.
In ogni caso, sappiamo tutti, che spesso i libri sono molto personali e si basano sul nostro vissuto, quindi, a volte, alcuni di noi vengono coinvolti emotivamente in modo maggiore rispetto ad altri. In questo caso, conta molto anche la propria sensibilità interiore, trovo, perciò, che la lettura di questo libro sia molto personale ed è, forse, una delle prime volte che mi capita.
Concludo con un passaggio:
“Fu proprio grazie ai dischi ascoltati le sere con papà che Bernadette generò la sua personale musica, forte e dolce, come loro. Una musica che le servì per proteggersi dai dolori futuri. Il primo fu la dipartita di nonna Liliana, che venne seppellita con le sue amate rose tra le mani”
Trama
Le betulle ci insegnano ad avere radici per restare e foglie per sognare.
Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l’aria all’improvviso nonostante l’abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello.
Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita.
E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore.
Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi, trovando una casa circondata di betulle. Lì vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi.
In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell’anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo.
Saranno quel luogo e quell’incontro a dare voce al passato di Bernadette, alla storia della sua famiglia e al mistero delle sue origini, liberandola da quell’antico peso sull’anima. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.