Titolo: A Trieste – Passeggiate letterarie
Autore: Matteo Chiavarone
Editore: Giulio Perrone Editore
Collana: Passaggi di dogana
Pagine: 132
Prezzo: € 12,00
Uscita: 6 aprile 2015
Recensione
Ho avuto il piacere, per la seconda volta, di leggere un libro che fa parte della collana “Passaggi di dogana” e se il primo mi aveva entusiasmato molto, devo ammettere che anche questo dedicato a Trieste mi ha affascinato tanto infatti sono rimasto assolutamente entusiasta.
Questi volumi sono come delle eleganti guide turistiche ricche di notizie, racconti, informazioni e aneddoti. Una volta che lo si inizia non si riesce più a fare a meno di divorarlo immediatamente. Triste ha il suo enorme fascino, almeno per me è così, è una città ricca di storia e con un suo passato.
L’autore Matteo Chiavarone ce la illustra nel modo migliore e nei particolare articolando il libro con un suo filo logico. Si inizia giustamente con una introduzione sulla città, per poi passare al capitolo intitolato “I luoghi della vita” : dal Borgo Teresiano al Parco San Giovanni, qui troviamo molti interventi di Claudio Magris.
Si prosegue con il capitolo dedicato al Colle di San Giusto, che mi ha affascinato parecchio, ed è infatti considerato uno dei luoghi più belli di Trieste. Esso dal centro della città, “…conduce per mano verso la cattedrale, posta nel vertice del declivio, presentandosi come una Grande Mela che osserva il reticolato di strade sottostanti e il mare che si allarga oltre il golfo…”. Finita la salita di via della Cattedrale troviamo, alla fine della strada, una poesia di Giosuè Carducci incisa su un’epigrafe. Inoltre, successivamente, sarà Gabriele D’Annunzio a dedicare dei versi. Una curiosità che si scopre leggendo questo capitolo è che in via Bramante visse James Joyce dove, per un paio di anni, scrisse i primi capitoli dell’Ulisse.
Nei capitoli successivi si racconta dei vari Caffè, per esempio, quello degli Specchi e quello di San Marco. Ad accrescere la loro fama furono personaggi importanti come Franz Kafka.
Continuando la lettura l’autore cita vari personaggi che hanno avuto contatti con Trieste: Italo Svevo, Umberto Saba (che in questa città è nato e vissuto) di cui troviamo la sua statua di bronzo.
Proseguendo con il libro c’è il doloroso capitolo dedicato alle ferite di Trieste e ai tristi ricordi legati alla Risiera di San Sebbia, vecchio stabilimento per la lavorazione del riso, edificato alla fine dell’ottocento e successivamente riutilizzato dai nazisti: prima come campo di prigionia e poi come centro di smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, infine come crematorio.
Tornando ad argomenti più piacevoli si incontrano pagine in cui si racconta delle librerie di Trieste tra qui quella comprata proprio da Saba e che diventò l’epicentro intellettuale della città.
Questo interessante libro nella parte finale ci propone dei capitoli dedicati al viaggio verso Trieste con le indicazioni per arrivare in questa graziosa città, come muoversi una volta giunti, le segnalazioni di alcuni interessanti eventi culturali (e non solo), curiosità, teatri, librerie e molto altro.
Vi ho raccontato un po’ di ciò che è presente all’interno di “A Trieste – Passeggiate letterarie”, ma c’è davvero molto altro per cui vi consiglio la lettura specialmente se amate questa città.
Concludo con quanto c’è scritto sulla quarta di copertina:
“Bisogna chiudere gli occhi quando si arriva a Trieste. E magari perdersi subito, per poi ritrovarsi. Magari davanti a uno dei due caffè storici o dinnanzi al molo, per cogliere l’unicità, l’eleganza e il respiro della città. Oppure bisogna affannarsi nei continui saliscendi dei tanti declivi che – come succede a Genova, Lisbona o a San Francisco – obbligano il camminatore ad allenare il fiato”
Trama
A Trieste la posizione geografica non è solo collocazione spaziale, ma è la coscienza stessa della città. È così da sempre: non sono i confini tanto agognati, ma il mare, il golfo, gli altipiani del Carso a far infiammare le tante anime di Trieste.
A Trieste bisognerebbe arrivarci dal mare per godere al meglio della sua bellezza nobile e decadente e poi aggirarsi per le sue strade che la fanno somigliare a Lisbona o San Francisco per quanto sono ripide a volte, tra caffè che hanno visto storia e letteratura e un’architettura elegante e senza tempo.
A Trieste è anche bene perdersi, per poi farsi guidare dalla linea del Carso che si estende fino al golfo. Aristocratica, nobile, austriaca o balcanica; delle tante anime di cui si fregia Trieste ce n’è una, però, che sovrasta tutte le altre, ed è l’anima letteraria.
A Trieste è il racconto di una passeggiata per la città che diventa, appunto, l’occasione di incontro con il multiforme sostrato letterario che la pervade; da Italo Svevo a James Joyce, da Umberto Saba a Carlo Michelstaedter fino a Claudio Magris, ultimo tassello di una narrazione cosmopolita ma fortemente identitaria. Matteo Chiavarone ci guida in questa passeggiata per Trieste identificandola come meta di un viaggio perlopiù esistenziale e raccontandola con gli occhi di chi triestino non è; una geografia di immagini che si sovrappone ai numerosi riferimenti letterari, obbligando il lettore a superare ogni confine, sia esso fisico o immaginifico.
Comments
anna paola maga
dalla tua recensione questo libro mi attrae molto: sicuramente lo leggerò
Gabrio
to anna paola maga
Assolutamente molto carino