Intervista all’autore: Debora Porfiri

Un saluto a tutti voi !
Debora Porfiri autrice del libro “L’istinto materno nuoce gravemente alla salute: cronache estemporanee di una M.A.M.M.A. in divenire” edito da Pellegrini Editore è la protagonista di questa intervista.

Per leggere la mia recensione vi basta cliccare qui.

Biografia

Debora Porfiri (1979) è nata e cresciuta a Lugano.

Dopo la laurea in Lettere all’Università di Ginevra, ha conseguito

l’abilitazione all’insegnamento dell’italiano e dell’inglese.

È tutt’ora insegnante a Ginevra e M.A.M.M.A. di due bambini.

Nel giugno 2018 ha pubblicato il suo primo libro: L’istinto materno nuoce gravemente alla salute: cronache estemporanee di una M.A.M.M.A. in divenire , presso la Pellegrini Editore.

In seguito ha scritto “Luna Park” per la raccolta Racconto d’estate di Libreriamo (www.libreriamo.it). Inoltre, il suo racconto “Fleur de vie” fa parte dei 19 testi vincitori del concorso letterario Raccontare in breve . Il testo è pubblicato nella raccolta SocialNa rrando (dicembre 2018).

È membro dell’Associazione Svizzera degli Scrittori di lingua Italiana (ASSI).

SITI INTERNET & PROFILI

Pagina Internet dell’autrice: http://deboraporfiri.wixsite.com/home

Pagina FB del libro: www.facebook.com/porfiridebora

Profilo Instagram del libro: @istinto_materno_nuoce

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro sulla maternità?

Alla nascita di mia figlia avevo notato che difficilmente mi rispecchiavo in una certa narrativa sul ruolo di madre. Mi riferisco a quelle rappresentazioni dicotomiche, estreme ed eccessivamente rigide. Cercavo una rappresentazione più fluida e modulabile che potesse rendere conto delle mille sfaccettature del ruolo materno. Per finire ho capito che spettava a me proporre questa visione.

 2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

 Ironico, serio e fresco.

3 – Un pregio e un difetto della protagonista?

È una donna fondamentalmente insicura, e questo è il suo pregio come il suo difetto. La sua insicurezza la fa spesso sentire inadeguata e rende la costruzione del legame madre-figlia più difficile, instabile. Al tempo stesso, questa insicurezza le permette di vivere tutti gli alti e bassi della sua nuova funzione, senza fissarsi in un ruolo predefinito. Questo, con un pizzico di ironia, è ciò che la salva.

4 – Come sono nate le geniali idee di aprire i capitoli e di chiuderli con titoli di canzoni e anagrammi?

Fin dalla prima cronaca, mi sembrava necessario stabilire un’impalcatura di unificazione testuale. Questo per me è stato possibile tramite una sorta di martellamento ritmico e musicale, anche con le ripetizioni degli incipit. In particolar modo storpiare i titoli mi ha permesso di attingere da un bacino comune di riferimenti musicali, però con un twist che rispecchia quella sensazione di straniamento che una M.A.M.M.A. può provare. Per quanto riguarda gli acronimi finali non facevano altro che rispondere alla domanda del libro: che cosa è una mamma?

 5 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Non è stato facile trovare un editore. Avevo ricevuto diverse proposte che altro non erano che fregature mascherate da grandi paroloni editoriali. Per fortuna ne ero stata alla larga, ma cominciavo ad essere così scettica e diffidente che inizialmente avevo rifiutato l’offerta del mio editore attuale. Per fortuna, la Pellegrini Editore ha reiterato il suo interesse e a quel punto mi sono resa conto che la loro proposta era assolutamente seria.

6 – Quali sono le tue passioni?

Purtroppo non ho molto tempo libero, ma di certo la scrittura fa parte delle mie passioni. Per anni è stata latente, ora so che mi accompagnerà ancora per un bel po’ di tempo.

7 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Ne ho ben due! Li sto scrivendo in parallelo, non so se è una buona idea, ma per ora funziono così. A seconda del tempo a disposizione e dello stato d’animo mi consacro all’uno o all’altro. Il primo è una raccolta di brevi racconti, come delle istantanee, uniti da un tema comune. Più leggero rispetto al secondo progetto che invece è un romanzo attorno al tema della maternità, ma questa volta con più personaggi che devono fare i conti col costo del diventare (o no) mamme.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Impaziente, perfezionista, appassionata.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Il mio amore letterario è senza ombra di dubbio Virginia Woolf. I suoi libri sono stati il filo conduttore dei miei studi universitari e non smettono di stupirmi per la loro complessità e modernità.

In ambito italiano apprezzo moltissimo Paolo Cognetti, fin dai suoi primi racconti che sono, a mio avviso, delle perle. Ho avuto il grande privilegio di incontrare Cognetti e di collaborare con lui attorno ad un progetto didattico: una persona squisita.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

 Senza voler tradire Virginia Woolf, devo dire che il mio ultimo colpo di fulmine sono i libri di Chimamanda Adichie. Una scrittura incisiva, a tratti caustica, che lascia sempre il segno.

Grazie di aver risposto alle mie domande.

A presto

Gabrio

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