Intervista all’autore: Andrea Mauri

Ciao lettrici e lettori,

Andrea Mauri, autore del libro “Due secondi di troppo” edito da “Il seme bianco” è il protagonista dell’intervista di oggi.

Per leggere la mia recensione potete cliccare qui.

Biografia

Andrea Mauri vive a Roma.

Dal 1995 lavora in Rai nell’archivio multimediale dell’azienda.

Nel 2016 pubblica il romanzo mickeymouse03 (Alter Ego Edizioni), primo classificato al premio “Mondoscrittura” e finalista al premio “Quasimodo” e al “Rive Gauche Festival”. Nel 2017 pubblica L’ebreo venuto dalla nebbia (Scatole Parlanti). Nel 2018 pubblica il romanzo Due secondi di troppo (Il Seme Bianco Edizioni), finalista al premio “Il Delfino 2018”.

Ha pubblicato racconti per Nottetempo e 80144 Edizioni. Scrive racconti sulla rivista letteraria Carie, sui blog Svolgimento, Words Social Forum e Squadernauti, oltre che su antologie di editori vari.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Due secondi di troppo”?

Ho sentito l’esigenza di riflettere sulla famiglia, sul rapporto tra genitori e figli, su come la diversità entra in un ambiente protetto e ne sconvolge gli equilibri. Inoltre nel romanzo, a mettere in discussione le certezze familiari c’è pure la malattia della madre del protagonista: la demenza senile, con il suo strascico di sofferenza e dolore per la perdita della memoria di ciò che è stata una famiglia nel corso degli anni.

Arriva un momento nella vita in cui è necessario mettere nero su bianco queste emozioni. All’inizio avevo pensato a una lettera che Antonello, il protagonista del romanzo, scrive alla madre Beatrice. Una lettera che avrebbe fatto da filtro alla vergogna di raccontarsi pienamente, senza più nascondimenti, senza omissioni sulla sua omosessualità. Mentre scrivevo però, considerato che Beatrice è una veggente e che in gioventù leggeva i tarocchi, si è posto il problema del perché un figlio dovrebbe scrivere una lettera alla madre raccontandole episodi che lei già conosce.

Così è nata l’idea di una madre che perde la memoria e di un figlio che si prodiga a ricostruirla. La clinica era l’ambiente ideale dove ambientare la storia, un luogo chiuso, che però stimola la fantasia e l’originalità dei comportamenti di Antonello.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Onirico, giocoso, profumato.

3 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Più che un aneddoto, un fatto curioso. Mi sono accorto che andando in giro per musei, alcuni quadri hanno ispirato delle scene del romanzo (i cui riferimenti pittorici ho anche inserito nel libro).

4 – Un pregio e un difetto di Antonello e di Beatrice?

Prima il pregio, poi il difetto. Antonello è accudente e insicuro; Beatrice è veggente e possessiva.

5 – C’è un messaggio in particolare che vorresti  arrivasse al lettore?

Nascondersi non serve a nulla, nascondersi agli altri e a se stessi. La vera natura troverà comunque il modo di emergere, di mostrarsi. Nascondersi non serve perché chi ci ama sa già chi siamo, lo intuisce. Sono persone dotate di una preveggenza naturale.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Ho terminato una raccolta di racconti che ha come filo conduttore il contagio, fisico e psicologico. Storie di relazioni umane contagiate dalla malattia o dal disagio psichico. Inoltre sto lavorando a un romanzo sempre su questi temi. Ne sono ossessionato.

7 – C’è qualcosa di autobiografico nel libro?

Senza dubbio una parte del romanzo è autobiografica. Il gioco del lettore sta proprio nello scoprire dove iniziano e finiscono realtà e finzione. Questo è il motivo per cui si scrive di quello che si conosce bene.

8 – Sei un appassionato di tarocchi (e se sì come è nata questa passione) o è stata semplicemente una scelta di inserirli nella storia?

Svelo una delle parti autobiografiche del  romanzo. Mia madre leggeva i tarocchi, quindi sono entrato in contatto con queste carte sin da bambino. Mi apparivano oggetti strani e colorati, pieni di immagini incomprensibili. Però molto attraenti. L’interesse per gli Arcani è poi svanito con gli anni.

Senza preavviso si è riaffacciato, mentre scrivevo il romanzo, come qualcosa di sopito che attendeva l’occasione giusta per fare capolino. Ho iniziato timidamente a seguire dei corsi di lettura dei tarocchi, ma non ho ancora imparato bene il significato delle carte, molto complesso e variegato.

9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

Gli autori preferiti: James Baldwin e Antonio Tabucchi. I libri preferiti: I fratelli Karamazov di Dostoevskij e La storia di Elsa Morante.

 10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Ho scoperto per caso la scrittrice italiana Goliarda Sapienza. Ne avevo sentito parlare, ma non conoscevo la sua opera. Ho comprato il romanzo più famoso L’arte della gioia, che mi ha fulminato.

Grazie di aver risposto alle mie domande

A presto

Gabrio

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