Un saluto a tutti voi,
vi propongo la scintillante intervista a Giovanni Lucchese, che ho avuto anche il piacere di conoscere al “Book Pride 2019”, autore del libro “L’uccello padulo” edito da “Alter Ego”
Se volete leggere la mia recensione, la trovate qui.
Biografia
Giovanni Lucchese è nato e vive a Roma.
Appassionato di musica, cinema e cultura pop, ha frequentato i corsi di scrittura della scuola Omero, con la quale collabora scrivendo recensioni musicali, articoli di attualità e racconti brevi per la rivista “Mag O”.
Ha pubblicato i racconti L’allievo e Il più grande cornuto dell’universo sulla rivista Carie.
Nel 2016 ha esordito con la raccolta di racconti Pop Toys (Alter Ego Edizioni). Del 2017 è il romanzo Questo sangue non è mio (Alter Ego Edizioni), vincitore del festival Giallo al Centro Rieti 2018 e finalista al premio Nabokov 2018. “L’uccello padulo” è il suo secondo romanzo.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “L’uccello padulo”?
L’idea è nata in un periodo in cui si parlava molto di famiglia “tradizionale”, ho pensato a cosa volesse dire questa parola per molte persone che in una famiglia tradizionale non riescono a sentirsi protetti e capiti, e che cercano altrove quello che non trovano nella propria casa. Non è un romanzo contro la famiglia, piuttosto a favore di tutti gli altri significati che questa parola può avere. La storia nasce dall’unione di due mondi apparentemente opposti l’uno all’altro ma che in realtà hanno più punti in comune di quanto si possa pensare.
2 – Un pregio e un difetto di Gianandrea Ludovisi “Billo”?
Billo guarda il mondo con l’innocenza di un bambino e non si lascia intimidire da nulla. I suoi più grandi difetti sono la superficialità, ma nell’arco della storia riuscirà a superarla, e il fatto di dimenticarsi spesso di indossare biancheria intima!
3 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Scanzonato, irriverente, commovente.
4 – La terminologia che usi è a volte forte, ma rende tutto più schietto, vero e sincero, hai mai avuto dubbi se modificarla?
Assolutamente no. Il linguaggio deve essere al servizio della storia, riuscire a dare vita a luoghi e personaggi senza passare per il visto della censura. Se la situazione lo richiede, bisogna esprimersi e far parlare i personaggi come accadrebbe nella realtà. Credo che uno degli ostacoli più grandi nel percorso di uno scrittore sia proprio questo, quel senso di “autocensura” che a volte viene naturale e che impedisce a una voce, a uno stile, di venire fuori come dovrebbe.
5 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Inizialmente avrei voluto che al mio fianco, per la presentazione romana del romanzo, ci fosse la Karl du Pigné, una drag queen famosa in tutta Roma per il suo stile irriverente e il suo cuore generoso. Purtroppo è venuta a mancare qualche giorno prima di andare in stampa, quindi ho deciso di dedicarle il libro citandola alla fine.
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Ho sempre qualcosa che bolle in pentola, ultimamente ho esplorato l’autobiografia, grazie a un corso tenuto a Roma da Rossana Campo ho scoperto che ogni vita può essere interessante se la si racconta nel modo giusto. Il mio prossimo progetto è una raccolta di racconti che descrive la mia infanzia e la mia famiglia rumorosa e “caciarona”.
7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Fintamente spavaldo, insicuro cronico, terribilmente ansioso.
8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
La musica regna su tutto, è la mia fonte di ispirazione e il mio rifugio preferito, non smetto mai di ascoltarla e prediligo cantanti donne con una forte personalità, in grado di esplorare e definire gli aspetti più oscuri dell’animo umano. Su tutte Tori Amos è in assoluto la mia musa ispiratrice numero uno. Amo andare in palestra, ma non soltanto per mantenermi in forma. Considero lo sport una forma di meditazione e il modo perfetto per rigenerare la propria mente. Vado al cinema spesso e quando non ci sono film che mi interessano mi chiudo in casa e mi butto in maratone Netflix che possono durare interi week end.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Chuck Palahniuk, un maestro nel creare storie assurde alle quali non si può fare a meno di credere. Il suo Invisible Monsters è uno dei miei libri preferiti di sempre. Stephen King è il mio mito dell’adolescenza. I suoi “It” e “L’ombra dello scorpione” sono dei veri e propri grandi classici della letteratura americana.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Ho letto “Roma” di Nicola Manuppelli, una vera delizia per chi, come me, vive nella capitale ed è un nostalgico dei bei tempi andati. In questo romanzo si respira l’aria tiepida e frizzante di una notte d’estate a Trastevere. Mi è piaciuto davvero molto
Grazie di aver risposto alle mie domande
A presto !!!
Gabrio