Ciao a tutti,
oggi vi propongo l’intervista alla scrittrice Sara Lotta, autrice dell’intenso libro “Quasi felice” della casa editrice “Scatole parlanti”. La mia recensione la trovate qui.
Biografia
Sara Lotta, classe ’86, vive e lavora a Napoli. È una speaker radiofonica; attualmente conduce “Zerotonina” tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 17 su Radio Punto Zero.
È anche una danzatrice aerea; si esibisce come performer per festival ed eventi privati e lavora come educatrice -in qualità di insegnante aerea- con i bambini del quartiere di Barra di Napoli per un progetto sociale dal nome “Inlubal”.
Scrive di musica e teatro per ilpickwick.it.
Si è laureata prima in Lettere Moderne e poi in Lingue e Comunicazione. Adora le lettere, “Quasi felice” è il suo primo libro.
Intervista
1 – Da cosa è nata l’idea di scrivere questo libro?
Non avrei mai pensato di scrivere un libro nella mia vita, nonostante io sia una lettrice appassionata che non può fare a meno di avere almeno un libro sempre con sé. È nato spontaneamente da un inziale appunto annotato sulla mia agenda. Ero in metro, osservavo le persone, come è mia abitudine fare, e ho cominciato a fantasticare su uno stato d’animo che è quello di Arturo con cui il libro comincia. Dopo un po’ di tempo ho sentito il bisogno di dare una storia, dei nomi, e delle dinamiche a quello stato d’animo. È stato tutto molto naturale. L’idea di pubblicare lo scritto, invece, è stata molto ragionata nel tempo.
2 – Un pregio e un difetto di Emma ed Arturo?
Emma è una donna di grandi passioni, questo è il suo più grande pregio ed il suo più grande difetto, ciò che la tiene in vita e ciò che le fa distruggere ogni cosa. Arturo è la persona migliore del mondo, credo che tra tutte le virtù che possiede, la gentilezza sia quella principale. Un difetto è il suo essere troppo schematico, la necessità che sente di dare un nome ad ogni cosa.
3 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Emotivo, impulsivo, delicato.
4 – Come ti descriveresti con un paio di aggettivi?
Molto emotiva, ma anche molto mentale.
5 – C’è un motivo in particolare per cui hai deciso di inserire la cartolina come unica illustrazione ?
Mi piaceva l’idea di inserire delle immagini all’interno del libro perché credo che spesso riescano a raccontare le cose meglio di come possano fare le parole. Lo scatto della panchina che è poi diventata cartolina nel libro, l’ho realizzato io stessa ed è un’immagine a cui tengo molto. Poi adoro le cartoline, da ragazzina le inviavo puntualmente appena mi allontanavo da casa; è una di quelle pratiche che mi dispiace aver perso.
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Sì, sono alle prese con una nuova storia, sempre legata principalmente al mondo femminile che è quello che conosco meglio e mi viene più facile da raccontare.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Non so se sia un aneddoto o meno, ma sicuramente caratteristica del libro è quella di contenere scene a cui ho assistito personalmente. Per esempio l’episodio di Emma che viene morsicata da un cane è un episodio a cui ho assistito io stessa da piccola e di cui fu vittima la mia migliore amica delle elementari. Quella immagine mi è rimasta molto impressa: sono anni orami che non sento e non vedo questa mia amica e -ora che ci penso- mi sembra strano pensare che qualcosa che le è successo sia in questo libro e lei non lo sappia. La vita fa giri strani.
8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
Ho grandi passioni che ho trasformato nei lavori che svolgo quotidianamente; la radio e la danza aerea. Sono una speaker radiofonica in onda ogni giorno su Radio Punto Zero e sono una insegnante di tessuto aereo nonché performer.
Amo molto viaggiare: appena mi è possibile prenoto un viaggio.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Domanda molto complessa!
Sicuramente libri per me molto importanti sono “Lettere a Milena” di Kafka, “Che tu sia per me il coltello” di Grassman, “Gli Indifferenti” di Moravia, “Il fucile da caccia” di Yasushi . Sono molto legata ai classici, ma col tempo ho imparato ad apprezzare anche gli autori contemporanei: ho amato molto “Accaio” di Silvia Avallone, “Non avevo capito niente” di Diego De Silva, “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, “L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio. Poi amo molto tutti gli scritti di Annie Ernaux. e di Calvino.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Sto leggendo “La fuga del signor Monde” di Simenon; come dicevo, amo molto il classici! Si tratta di un testo fondamentale della letteratura francese del Novecento: è stato scritto nel 1944 ed è estremamente attuale nella descrizione della condizione umana, del senso di smarrimento, del desiderio di abbandonare ogni cosa, della vacuità e della formalità delle relazioni. Finirò di leggerlo in questi giorni e sicuramente entrerà nella classifica dei miei libri del cuore.
Grazie di aver risposto alle mia domande.
A presto!
Gabrio