Un saluto a tutti voi,
vi propongo l’intervista a Roberto Bragalone autore del libro “L’energia del vuoto” edito da “Alter Ego Edizioni”. Tra le varie risposte vi segnalo, da non perdere, quella relativa alla prima domanda.
La mia recensione la trovate qui.
Biografia
Vive a Roma. Quarantacinque anni, studi scientifici e un passato da informatico.
Un figlio, Stefano che lo tampina di domande su come funziona il mondo e come si inventano le storie.
Vive la città dondolando costantemente tra la voglia di vivere in un posto di mare e la certezza che Roma è la città più bella del mondo, specie in bicicletta.
Spesso confuso dalla quotidianità. Decisamente magro, barbuto e calvo.
Progetti per il futuro: portare a Roma l’usanza napoletana del caffè sospeso.
Intervista
1 – Inizio subito dal titolo che lo ritroviamo spesso nel libro: mi puoi raccontare qualcosa?
Come per il primo romanzo “La simmetria violata” il titolo proviene dalla Fisica. L’energia del vuoto è una delle interpretazioni possibili del principio di indeterminazione di Heisenberg. In sostanza nel vuoto esiste sempre una quantità immisurabile di energia. Quel concetto m’è spesso tornato in testa osservando l’interpretazione della vita, mia e delle persone intorno a me. Insomma il vuoto ha una sua energia, una dignità che tuttavia viene trattata come una semplice assenza. Tutti i personaggio del romanzo – a parte il giovane Terrinoni – sono costretti a convivere con questa sensazione di lutto, e lo fanno ignorandola. Ma quei vuoti sono lì, esistono e immancabilmente minano i sogni, costringono a scelte non sempre volute.
2 – La copertina mi piace molto, mi puoi raccontare come è nata?
Sinceramente è opera di Luca Verduchi e Diego di Dio, Grafico ed Editor della casa editrice. Mi dissero “Tranquillo, ci pensiamo noi!” Io rimasi un po’ perplesso ma quando la vidi, quando mi accorsi che quel volto era proprio come lo aveva immagino rimasi di stucco. Chiamai Luca e balbettai qualcosa, lui si preoccupò – temeva non mi piacesse – poi mi ripresi e dissi “Luca, è perfetta!” Lui scoppiò a ridere.
3 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
No, userò le parole che mi ripetono i lettori: Sesso, emozioni e troppe sigarette.
4 – Mi indicheresti un pregio e un difetto di Stefano Pacini ?
Pacini è empatico. Ha l’abitudine di guardare in faccia le persone e di intuirne gli stati d’animo. Non sempre riesce a decifrare bene quei piccoli segnali ma tendenzialmente fa la cosa giusta, ascolta.
È un fottuto distratto, non mi meraviglierei se scoprissi che sull’altare, alla domanda del prete “Vuoi tu Stefano prendere in moglie Giulia?” lui abbia risposto “Ma chi Stefano, io?”
5 – Come è nata la tua passione per la scrittura ?
Da sempre, non si scrive per passione, si scrive per necessità
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Sì. Prima del terzo Pacini vorrei concludere un progetto di divulgazione scientifica. L’astrofisica spiegata attraverso la giornata particolare di un medico.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Ne avrei a decine. La mia preferita è questa. Nel romanzo Laura ricorda di aver letto “C’era due volte il Barone Lamberto” di Rodari a Napoli. Quest’estate una lettrice mi ha ma mandato la foto dell’isola di San Giulio, dove viveva il Barone Lamberto.
8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
Cucinare per qualcuno, andare al lavoro in bicicletta e bivaccare
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Sarebbero veramente troppi. Se proprio devo, e considerando che ogni stagione ha il suo libro, in questo momento storico direi Margherita Dolcevita di Stefano Benni e La schiuma dei giorni di Boris Vian
10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?
il sentieri dei nidi di ragno di Calvino.
Grazie di aver risposto alle mie domande.
A presto
Gabrio
Comments
anna paola maga
invoglia sicuramente alla lettura