Maledette feste

Titolo: Maledette feste

Autrice: Isabella Pedicini

Editore: Fazi

Collana: Fuori collana

Pagine: 186

Prezzo: € 15,00

Uscita: 22 ottobre 2024

Recensione

Isabella Pedicini ci propone il suo romanzo, pubblicato da “Fazi Editore”, dal titolo “Maledette feste”. È un libro scorrevole ed appassionante che si legge con grande trasporto e curiosità.

Ho avuto il grande piacere di conoscere l’autrice dal vivo ad una presentazione per noi book blogger e ringrazio Fazi Editrice per l’invito. È stato molto gradevole dialogare con lei, porle delle domande ed ascoltare le sue risposte, la serata, seguita poi da una presentazione aperta anche al pubblicato, si è rivelata costruttiva e anche divertente.

Per quanto riguarda il libro, ciò che mi ha colpito molto è la dose di ironia presente che, in alcuni momenti, mi ha regalato sane risate e dei piacevoli sorrisi. In questo romanzo, però, si affrontano anche temi interessanti ed importanti, ci sono messaggi che l’autrice vuole lanciare, pur facendolo, a volte, in maniera ironica.

Troviamo, per esempio, il modo di affrontare le feste da parte di due generazioni: i genitori e i figli. Durante la lettura siamo coinvolti anche noi, infatti ci viene spontaneo riflettere se siamo più dalla parte di maledette feste per vari motivi, oppure se le amiamo e siamo felici di tutto ciò che comportano, parenti compresi.

Se da una parte si parla di regali sgraditi e di chi addirittura li ricicla per dare loro nuova vita, dall’altra c’è chi, invece, ama scambiarseli e riceverli. Oppure parlando di pranzi e cene, c’è chi ama tutto ciò perché li trova momenti di intrattenimento con i parenti che non vede da tanto, mentre altri non sopportano certe situazioni stagnanti che si creano in quelle circostanze come, per esempio, le domande scomode e imbarazzanti.

La storia che Isabella Pedicini ci propone in “Maledette feste”, narra di una famiglia in cui la madre, che ama le tradizioni e il Natale, organizza una cena con i parenti; quindi, i figli sono “costretti” a tornare a casa per unirsi a loro. Ma capita un imprevisto: la donna cade dalle scale e perde la memoria, ma attenzione, solo per quanto riguarda tutto quello che è legato al Natale. Ciò è una situazione assolutamente possibile.

Da quel momento iniziano tutte le azioni per aiutarla a ricordare, oltre a cercare di portare avanti i preparativi, dato che sono in arrivo una trentina di parenti. Nonostante la figlia non abbia mai cucinato, sarà proprio lei a prendere in mano la situazione ai fornelli, dopo vari tentativi per convincere il padre ad annullare tutto, sostenuta da Lorenzo, suo fratello.

Nel corso della storia ci imbattiamo in scambi di conversazioni anche divertenti, mentre in altri momenti delucidazioni su argomenti natalizi e ci sono alcune scene indimenticabili che non voglio anticiparvi per non rovinarvi la sorpresa, tenete presente che non devono far capire ai parenti che la madre ha perso la memoria.

Ho letto “Maledette feste” con immenso piacere, mi ha regalato qualche ora di svago, di divertimento e mi ha fatto anche riflettere sul tema delle feste di Natale.

L’autrice è davvero brava a scrivere e ad intrattenere, la sua penna è scorrevole, ironica, non risulta mai scontata o banale, ci sono situazioni molto ben descritte e narrate, si intuisce, infatti, che c’è tutto uno studio e una ricerca per quanto riguarda, specialmente, alcuni argomenti.

Isabella Pedicini ha raccontato ciò che davvero molti pensano delle feste, ha avuto il coraggio di mettere nero su bianco, dando voce a chi non ha mai avuto la forza di farlo. Mi sono gustato il libro con immenso piacere e ve lo consiglio vivamente!!!

Vi lascio con una domanda: non ricordare il Natale, è davvero un problema?

Qui sotto vi propongo l’incipit:

“Per lunga parte della mia vita a scandire lo scorrere del tempo è stata una finestra. Un’apertura luminosa sulla campagna intorno alla casa in cui sono nata, uno sguardo sulla vigna ordinata e sulla grande quercia che con i suoi rami si sporgeva verso il vetro della mia stanza. Da quel riquadro, sin da bambina, ho visto avvicendarsi le stagioni, il rosso delle foglie cedere il passo alle prime nevi e poi le gemme vincere la timidezza e fiorire, e i grappoli d’uva trasformarsi dal verde acerbo in viola intenso.

Da quella stessa finestra, la campagna viceversa ha potuto assistere ai miei cambiamenti, ha visto la mia altezza aumentare, il mio corpo diventare quello di una giovane donna, i miei capelli tingersi di colori improbabili. Il paesaggio al di là del vetro ha potuto intuire i pensieri che mi hanno attraversato, i miei entusiasmi e le mie malinconie.

Ora che ho cambiato panorama e che l’unico vegetale all’appello è la piantina di basilico sul davanzale della mia cucina da donna adulta, a segnare lo scorrere delle stagioni è una vetrina – anzi due – della cartoleria davanti alla quale passo ogni giorno a piedi, solitamente di fretta, per accompagnare i miei due bambini a scuola…”

 

 

Trama

Agata ha quarant’anni e vive a Napoli da quando, diciottenne, ha lasciato il suo paesino dell’Irpinia per frequentare l’università. Lavora in un museo di arte contemporanea, ha un marito e due figli piccoli. Ogni mattina, per accompagnare i bambini a scuola, passa davanti alla cartoleria di zona, una stanza delle meraviglie piena di palloncini colorati, unicorni e indispensabili oggetti inutili che, nello spazio delle due vetrine su strada, scandisce il passare del tempo e l’avvicendarsi delle stagioni, dal periodo della cancelleria per l’inizio della scuola al momento dei gonfiabili per le vacanze al mare.

Quando la vetrina di Halloween cede il passo alle prime decorazioni natalizie, Agata programma di raggiungere la sua famiglia nel borgo natio. A casa dei genitori, fervono i preparativi per una cena della Vigilia in grande stile per la quale è stato convocato l’intero parentado.

Avviene però un imprevisto e toccherà ad Agata, che detesta le feste comandate quanto cucinare, occuparsi di tutto a un passo dal ricevimento, orchestrando pietanze, parenti e stoviglie e provando, tra una ricetta preparata a regola d’arte e le bizze di un anziano zio di quarto grado, a gestire inconvenienti e commensali prima che la cartoleria della sua città smonti la vetrina natalizia per passare alle ghirlande della prossima ricorrenza da celebrare.

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