Intervista all’autrice: Carlotta Bellanzin

Ciao lettrici e ciao lettori,

questa settimana la protagonista dell’intervista è Carlotta Bellanzin, autrice del libro “Due vite un destino”, pubblicato da “Giovane Holden Edizioni”.

Vi invito a recuperare anche la mia recensione, per leggerla potete cliccare qui.

Intervista

1 – Chi è Carlotta Bellanzin e che tipo di scrittrice sei?

Sono una persona forte perché ho dovuto affrontare non poche sfide nella mia vita, ma nello stesso tempo anche sensibile e in varie occasioni mi commuovo facilmente.

Mi definisco una scrittrice “allo sbaraglio”. Scrivo d’istinto e d’impulso e quando un’idea mi frulla in testa sono come un fiume in piena e non mi ferma più nessuno.

Senza pensarci molto vedo nella mente passare tutte le mie idee come in un film nel quale a poco a poco, come in un puzzle, i piccoli pezzi si uniscono formando un quadro ben preciso che devo subito concretizzare su carta.

2– Come, o da dove, è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Due vite, un destino”?

L’idea di scrivere un libro in generale è sempre stata nei miei desideri.

Appena ne ho avuto la possibilità, ho scritto il mio primo libro “Il bicchiere mezzo pieno della mia vita”: racconta la mia complicata biografia che ho voluto far conoscere agli altri perché, nonostante la vita sia spesso piena di difficoltà, vale la pena viverla pienamente e goderne ogni attimo.

Questo libro invece, “Due vite, un destino”, è venuto in modo semplice e spontaneo. E’ un romanzo di fantasia, ma rispecchia molto la me stessa interiore. Anche questo libro vuole sensibilizzare le persone alla donazione degli organi, dato che ne ho avuto personale esperienza.

3 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole e dove è ambientato?

Non è facile descriverlo, ma potrebbero essere….

Delicato, perché in molti tratti ho voluto raccontare la sensibilità e la dolcezza con cui i protagonisti si rapportano l’una con l’altro.

Coraggioso, perché anche per i protagonisti non sono facili le loro vite e le disavventure si devono affrontare proprio con il coraggio.

Speranzoso, perché è giusto pensare positivo e avere la speranza appunto di un futuro migliore e che le cose belle prima o poi arrivano.

Non ho voluto specificare l’ambientazione, forse perché volevo lasciare al lettore di immaginarsi un luogo a lui preferito.

4 – Un pregio e un difetto di Davide e di Lucia?

5 – Caratterialmente come descriveresti Davide e Lucia?

(Le domande le riassumo in un’unica risposta)

Davide altruista e pieno di voglia di vivere, ma anche ansioso che si affida, fino allo sfinimento, sempre al suo migliore amico per qualsiasi dubbio gli frulla nella sua testa.

Lucia dolce, timida e piena di sensibilità, forse troppo, tanto da rendere a volte il suo carattere debole e insicuro. Devo però dire che Lucia non si arrende mai su cosa sente per Davide e questo dà prova che anche lei ha un carattere combattivo.

6 – Cosa si deve aspettare il lettore dal tuo romanzo?

Ho scritto questo romanzo per far sognare il lettore già dalle prime pagine. Penso che un lettore cerchi nei libri emozioni che lo possano coinvolgere così tanto da entrare lui stesso nella storia e, in alcune situazioni, ritrovarsi. Mi sembra di immaginarlo poi, alla fine della sua lettura, chiudere il libro, guardare nel vuoto e continuare a sognare a occhi aperti. Direi che forse sono un po’ troppo sentimentale…

7 – Il romanzo è carico di emozioni, tu cosa hai provato durante la stesura?

Sì, è molto emozionante e, come ho già scritto, nel libro c’è molto di me e mentre lo scrivevo mi sono spesso commossa fino alle lacrime. In alcuni tratti la descrizione degli eventi mi ha molto coinvolta.

8 – Ci puoi raccontare un aneddoto in particolare?

Un passaggio del libro che mi piace molto è quando Lucia sta affrontando una prova non facile e Davide lo “sente”, anche se fisicamente è lontano.

Forse perché questo filo invisibile che lega due persone mi piacerebbe molto esistesse anche nella realtà. La famosa frase “il destino ci ha fatti incontrare” a me piace molto e vorrei veramente crederci. Secondo me nulla succede per caso. Anche se non ti aspetti nulla, tutto ad un tratto nella vita arriva qualcosa di inaspettato tanto che in seguito pensi che forse quella cosa ti è accaduta per una ragione ben precisa, magari per crescere.

9 – Come ti descriveresti con tre aggettivi e quali passioni/hobby hai nel tempo libero?

Sono una persona solare, socievole e con tanta voglia di vivere. Mi piace moltissimo ascoltare musica: io vivo di musica! E’ la mia compagnia di ogni giorno.

Mi piace molto disegnare, dono ereditato dal mio nonno paterno che purtroppo non ho mai conosciuto.

Ho una grande passione per il cinema: i film degli anni ’90 per me sono il top.

Non sono una mangiatrice di libri, ma ne leggo abbastanza e di ogni genere. Spazio molto e cerco di esplorarli tutti. Prima cosa ad attirare la mia attenzione di un libro naturalmente è la copertina, ma la voglia di comperarlo mi arriva leggendo la trama che mi deve subito incuriosire e la curiosità mi arriva appena ne leggo anche solo cinque righe.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l‘ultimo libro che hai comprato e/o letto?

L’ultimo libro che ho letto è un po’ fuori dai miei soliti generi.

Il libro è “DOPO” di Stéphane Allix, un reporter che ha fatto un’inchiesta sulla vita oltre la vita. Mi ha molto incuriosito e dopo averlo letto, pensando alle mie esperienze dopo la perdita di mia mamma, mi ci sono un po’ rispecchiata. Sono molto attratta da questi argomenti pieni di mistero.

Biografia

Bellanzin Carlotta sono nata nel novembre del 1974 e già dal mio secondo giorno di vita ho dovuto affrontare molti problemi di salute che, grazie ai miei coraggiosi ed adorati genitori, ho potuto superare con tanta forza. Anche se piena di vicende tristi e non facili, ho sempre amato la mia vita e non mi sono mai lamentata per quello che ho dovuto affrontare.

Ho superato interventi chirurgici non facili, non arrendendomi mai. In più sono stata sottoposta a due trapianti di rene, il primo a 18 anni ed il secondo a 38, dopo cinque anni di dialisi. Nonostante ciò ho studiato con abbastanza regolarità, diplomandomi in Ragioneria. A 22 anni ho poi trovato impiego come segretaria amministrativa in una scuola superiore professionale, dove lavoro tuttora, dedicandomi in particolar modo alla didattica e comunque sempre pronta ad aiutare anche gli altri colleghi nel caso ce ne sia la necessità.

Sono un tipo solare e socievole e mi piace stare in compagnia, ma dati i miei trascorsi la mia socialità con il prossimo esce pian piano perché cerco prima di instaurare un rapporto di fiducia con chi conosco. Mi piace anche disegnare, dono innato che ha iniziato ad emergere già durante il periodo della scuola elementare. Mi piace molto leggere, ma questa passione è nata in me molto più tardi: leggo libri di ogni genere, basta che la trama stuzzichi la mia curiosità. Mi piace molto la musica, tanto che appena mi sveglio la mattina la prima cosa che faccio è accendere la TV e sintonizzarmi su un canale dedicato.

Il destino purtroppo mi ha riservato la triste perdita prematura prima di mio padre e poi di mia madre e all’età di 42 anni sono rimasta sola con tutti i miei problemi di salute da affrontare ogni giorno, ma non mi sono abbattuta e, dopo un breve periodo di stasi, ho rialzato la testa e sono andata avanti, grazie anche alla forza che sicuramente ho ereditato dai miei genitori. Ecco che è iniziato a nascere in me la voglia di far capire alle persone che nonostante le tristi vicissitudini che ognuno affronta ogni giorno, la vita è meravigliosa e deve essere vissuta appieno.

Durante il lungo periodo della pandemia, ripensando al passato, ho deciso di scrivere la mia biografia, un libro intitolato “Il bicchiere mezzo pieno della mia vita”: anche se in alcuni momenti toccante, vi racconto anche le positività che si possono trovare nelle piccole cose. Mi piacerebbe inoltre sensibilizzare le persone sulla donazione di organi: ecco perché ho pensato di scrivere questo nuovo libro. E’ un racconto scritto con molta semplicità ma profondo, che vuole sottolineare quanto possiamo essere legati al prossimo. Le nostre vite possono essere imprevedibili e intrecciate fra loro inconsapevolmente.

Il racconto affronta anche un’altra piaga che affligge i nostri giorni, quella della violenza nei confronti delle donne. La violenza sia verbale che fisica non è assolutamente accettabile, le donne devono denunciare o almeno parlare con chi sta loro accanto. La colpa non è la loro: questo pensiero deve essere completamente abbattuto e cancellato nelle loro menti, perché purtroppo è questo che pensano di se stesse! Mi piacerebbe molto aiutare il prossimo, ma non potendolo farlo fisicamente vorrei tanto farlo attraverso questo mio libro, colpendo dritto al cuore di chi eventualmente lo leggerà.

Grazie di aver partecipato all’intervista!

Alla prossima!

Gabrio

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