Ciao lettrici e lettori,
ho il piacere di proporvi il nuovo ospite di questa settimana, ossia Leo Giorda, autore del libro “L’età dell’oro” pubblicato da “Ponte alle Grazie”.
Se volete recuperare anche la mia recensione, potete cliccare qui.
Intervista
1 – Chi è Leo Giorda e che scrittore sei?
Bella domanda… difficile trovare una risposta concreta. Sono un ragazzo/ giovane adulto/ adulto con una buona esperienza di vita alle spalle. Ho visto e fatto tante cose, non tutte raccomandabili, ma nessuna di cui mi pento. Oggi, con questo bagaglio alle spalle, sto cercando una vita più serena e tranquilla e di recuperare quella normalità che mi è scappata negli ultimi anni. Sono uno scrittore appassionato. Nel senso che, come credo quasi tutti i colleghi, la letteratura, o meglio la narrazione in tutte le sue forme, è la mia passione. È la mia strada e in un qualche modo direi che mi viene naturale, è più un’esigenza di espressione, di fuga, di ristoro, quella di raccontare.
Sono il mio primo lettore. Non ho quasi mai la certezza di come una storia si sviluppi finché non mi siedo al computer e comincio a scrivere. In questo modo riesco a cogliere le parti che più mi stupiscono e incuriosiscono, nella speranza che facciano lo stesso effetto anche ai lettori.
2 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “L’età dell’oro”
L’età dell’oro nasce da un sogno infantile di scrivere una versione pontine di “True Detective”. Nella mia fantasia sarebbe stata una serie televisiva scritta a quattro mani con il compianto Antonio Pennacchi. Poi è arrivato Woodstock e “L’angelo custode” è ho deciso di unire le due cose.
L’escamotage dell’età dell’oro e delle leggende ad esso correlate sono invece frutto della mia grande passione per le lezioni del professor Alessandro Barbero. Mi serviva una scusa per collegare l’idea originale all’ambientazione e, come per miracolo, ecco la lezione del professore sull’argomento.
3 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
Ironico, personale, provocante
4 – Un pregio e un difetto dei due protagonisti: Adriano Scala “Woodstock” e Giacomo Chiesa?
Adriano è onesto, ma infantile. Giacomo è forte ma superficiale. Entrambi ci stanno lavorando
5 – Ci racconti qualcosa della bella e particolare copertina?
Beh, senza voler spoilerare nulla. Inizialmente, eravamo orientati verso un’opera ben più famosa di Goya ma, appunto, avevamo il timore potesse essere troppo banale e rivelatrice. Poi è arrivato “il Grande Caprone” che rimanda perfettamente all’ambientazione mistica e arcadica che volevamo trasmettere.
6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?
Allora, come ti dicevo prima scopro cosa succede in una scena mentre la scrivo. Certo, un minimo di scaletta e organizzazione è necessaria ma sempre aperta a stravolgimenti.
7 – Ci puoi raccontare un aneddoto in particolare e se ci sarà una terza indagine di Woodstock?
Sì, sto scrivendo la terza indagine. Nei miei progetti ogni episodio strizza l’occhio ad un sottogenere del giallo. Il primo ha una tendenza thriller classica, il secondo vuole avvicinarsi al giallo enigmatico, mistico. Il terzo sto provando a renderlo più simile a una storia di spionaggio con intrighi politici.
8 – Hai qualche passione e hobby che svolgi nel tuo tempo libero?
Anche troppi. Il principale è la musica, suono la chitarra e canto da ormai più di quindici anni, per un breve periodo ne ho fatto anche un lavoro ma senza mai neanche valutare la possibilità di una carriera artistica. Poi, adoro il surf, certo è un po’ difficile praticarlo con frequenza lungo le nostre coste ma quando possibile mi tuffo oppure parto per lidi più propizi
9 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Gentile, orgoglioso, contraddittorio
10 – Infine una curiosità: qual è stato l‘ultimo libro che hai comprato e/o letto?
L’ultimo che ho letto è stato “Tutta la vita che resta” di Roberta Recchia, che mi ha sorpreso moltissimo. L’ultimo che ho comprato è “Il porto segreto” di Maria Oruña che però ancora non ho letto. Poi, se mi permetti, devo citare, non che ne abbia bisogno, “Tutti i particolari in cronaca” di Antonio Manzini che è stato l’ultimo che ho comprato e letto e che ritengo uno dei gialli più incredibili degli ultimi anni.
Biografia
Leo Giorda nasce a Roma il 24 Maggio 1994. Nel 2017 si laurea in Beni Culturali e nel 2020 ottiene il master in Storia dell’Arte specializzandosi in Graffiti e Urban Art. Terminata l’università parte e gira l’Italia e l’Europa per due anni, lavorando molto come Woofer in campeggi, agriturismi e fattorie. Per un periodo vive in Van girando per la Liguria e il Sud della Francia e lavorando come musicista di strada. Si stabilisce poi in Irlanda per alcuni mesi prima di tornare in patria. In questo periodo fa un tentativo di realizzare il suo sogno di diventare scrittore. Tentativo che si rivela di successo.
Il suo primo romanzo “L’angelo custode” viene pubblicato da Ponte alle Grazie ed esce nelle librerie nel Settembre 2022. Un anno dopo viene dato alle stampe il seguito “L’età dell’oro”.
Grazie di aver risposto alle mie domande!
Alla prossima!
Gabrio