Titolo: A casa
Autrice: Judith Hermann
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pagine: 149
Prezzo: € 18,00
Uscita: 16 gennaio 2024
Traduzione: Teresa Ciuffoletti
Recensione
“A casa” è il secondo romanzo di Judith Hermann che ha esordito nel 1998 con una raccolta di racconti proprio dal titolo “Casa estiva, più tardi”. Questo nuovo romanzo è arrivato in libreria grazie a “Fazi Editore” e sono davvero contento di averlo letto. La sua copertina ha attirato subito la mia attenzione ed è, secondo me, stupenda, inoltre la sua trama mi ha incuriosito parecchio.
La storia appassiona e tiene incollati alle pagine, merito dello stile di scrittura parecchio scorrevole e di una protagonista assai ben descritta caratterialmente oltre che nelle sue azioni e decisioni.
Alla donna non è stato dato un nome, scelta strana e particolare, ma ciò mi è già capitato in alcuni libri che ho letto. Indubbiamente ci saranno delle motivazioni, ma ritengo che non sempre sia una scelta giusta.
Leggendo “A casa” la protagonista ci intrattiene con la sua nuova vita, infatti dopo aver lasciato il marito, Otis, e la figlia, Ann, ormai grande, si trasferisce al mare, dal fratello Sascha, (un sessantenne fidanzato con Nikki, una ragazza ventenne), per occuparsi del suo bar, vivendo in una casa finalmente tutta sua. Le descrizioni di tutto ciò sono fantastiche, mi hanno appassionato e con loro anche le varie difficoltà che la donna deve affrontare.
La lettura trasmette una certa sensazione di libertà, come il desiderio di riprendersi la propria vita, i propri spazi e la voglia di rinascere. Nel corso della sua permanenza farà la conoscenza di altre persone, per esempio, troverà una migliore amica, una nuova infatuazione, ma resterà in contatto sia con la figlia (tramite poche videochiamate), che con l’ex marito con cui si aggiorneranno sulle loro nuove vite.
Nel corso del romanzo scaturiscono anche diversi ricordi della sua vita precedente con Otis e in tal modo veniamo a conoscenza di alcuni dettagli del loro matrimonio e degli anni che hanno passato insieme. Indubbiamente sono ancora legati da una certa dose di affetto e ciò, secondo me, ci arriva.
Ho trovato la lettura di “A casa” molto delicata, profonda e ricca di sentimento; infatti, le emozioni che il libro trasmette sono diverse.
Devo ammettere che questo romanzo mi è piaciuto molto, si respira aria di vita, di sconfitte e di rivincite, di momenti tristi, di separazioni e di nuovi legami, di aria fresca e di nuove sfide.
“A casa” di Judith Hermann, lo consiglio a tutti, perché è una piacevole scoperta e resta nel cuore non soltanto una volta concluso, ma si vorrebbe leggerne un altro sul seguito, pur concludendosi.
L’ambientazione della storia ha una sua magia che conquista il lettore e gli trasmette anche una certa dose di benessere, di serenità e regala, a chi legge, una piacevolissima sensazione di pace.
Ebbene sì sono entusiasta di questo libro, mi è piaciuto davvero tanto e già mi manca per le emozioni che mi ha dato e perché la protagonista è speciale, umana con i suoi pregi e difetti, con la sua forza e le sue debolezze, tutto ciò viene raccontato molto bene da Judith Hermann nel corso delle pagine. “A casa” assolutamente promosso!!!!!!!!!
Concludo proponendo l’incipit, ma consigliandovi di leggere tutto lo splendido romanzo:
“Al tempo, in quell’estate di quasi trent’anni fa, vivevo all’Ovest e molto lontano dall’acqua. Avevo un monolocale in una città di medie dimensioni, in una zona nuova, e un lavoro alla fabbrica di sigarette. Il lavoro era semplice, dovevo solo assicurarmi che il cilindro di tabacco filasse dritto nella taglierina; in realtà la macchina lo faceva da sé, era dotata di un sensore davanti al quale il cilindro scorreva ronzando e se non era dritto si bloccava. (Si bloccava come se andasse a sbattere contro un muro, arrestandosi con uno scossone tremendo). Capitava che questo sensore non funzionasse, perciò io stavo in piedi accanto alla macchina a controllare il cilindro, raddrizzandolo all’occorrenza. Dalle sette alle dodici, mezz’ora di pausa pranzo e poi altre tre ore. Spesso guardavo altrove…”
Trama
La protagonista di questa storia è una donna di cui non scopriremo mai il nome. Sappiamo però che ha appena chiuso un capitolo della sua vita per cominciarne uno nuovo: dopo che la figlia è andata via di casa, ha deciso di lasciare il marito, un accumulatore compulsivo sempre preparato al peggio, ma anche un confidente, con il quale continua a intrattenere una regolare corrispondenza.
Priva di rapporti significativi al di fuori del nucleo familiare ormai sfaldato, la donna si trasferisce al mare, in una casa tutta sua; poco lontano si trova il paesino dove inizia a lavorare nel pub del fratello, un sessantenne fanfarone e sfaccendato. Mentre l’ex marito e la figlia giramondo continuano a occupare i suoi pensieri, con cautela la donna cerca di ambientarsi in un paesaggio umanamente e climaticamente duro: stringe amicizia con una sua coetanea originaria del posto, tenta una goffa relazione amorosa, rimesta tra i ricordi della sua vita passata e, immersa in una solitudine scelta ma non priva di inquietudini, si domanda che ne sarà di quella futura.